venerdì 17 settembre 2010

I passatempi dei ribelli non conformi

Se non fosse che i nostri amiconi identitari non conformi -che il mio amico Biribissi chiama giustamente neanchepiùfascisti- esplicano preferibilmente i loro maschi aneliti di ribellione andando a lagnarsi dai questurini ogniqualvolta qualcuno fa loro la bua, oppure arricchendo una volta all'anno qualche fabbricante di fiaccole per farsi una camminatina sul viale Milton, oppure ancora imbrattando tutto l'imbrattabile con il loro nome che sembra quello di una robiola (la "Robiola di Mamma Casaggì", suona benissimo, come lo Stracchino del Nonno Nanni), oppure ancora al quadrato organizzando il 458° convegno consecutivo su Giovanni Gentile sempre nella solita saletta dell'Hotel Michelangelo, oppure in ultimo fornendo come massimo contributo alla rivoluzione identitaria l'invito a votare per Berlusconi, beh, debbo felinamente dire che sarebbero anche degli spassi. Prendiamo ad esempio la loro ultima geniale uscita:


L'immaginetta che vedete è tratta, come indicato, dal blog di Casaggì, quello DOC (Denominazione di Ottenebrazione Controllata). Si riferisce, naturalmente, all'episodio di Torino, in cui un comunissimo rappresentante della stirpe dei servi, tale Bonanni, è stato fatto oggetto non soltanto di una pesante contestazione da parte degli unici che ancora ne hanno la forza e la capacità, ma anche del lancio di un fumogeno da parte di una ragazza che si è poi rivelata essere figlia di un magistrato. Da qui lo scatenarsi dell'intelligentissima ironia dei neanchepiùfascisti, pure con la strofetta in rima. Wow.

Ora, capisco benissimo che dei servi che, sotto la mascherina del non conformismo, si fanno da sempre ben proteggere dagli amiconi di Via Zara e trasmigrano in massa da babbo Fini a nonno Silvio, siano sensibili alle disavventure di un servo pari a loro; o forse sono a corto di scagnozzi della Regina e allora, più opportunamente, si fanno scrivere le strofette dal paroliere dell'erede al Trono (visto poi quanto ci tengono alla loro "Itaglia"). Quindi non trovano di meglio che ricorrere alla solita storiella dei centri sociali (quelli veri) pieni di figli di medici, commercialisti, magistrati eccetera. Storiella, del resto, amata anche dai loro compari di tutti i partitini "democratici", a cominciare dal PD.

Ovviamente, loro, in un centro sociale (uno vero) non ci hanno mai messo piede; e vorrei anche vedere, visto che li si riconoscerebbe immediatamente. Altrimenti vedrebbero quanti operai, quanti magazzinieri, quanti potatori, quanti ospedalieri, quanti precari precariati dal loro amico Sacconi e quanti disoccupati sarebbero pronti a far fare loro una passeggiatina molto futurista. Vedrebbero cosa ci combinano davvero i magistrati, ovvero i padri delle figlie, sbattendoci in galera e appioppandocene anni su anni perché noi, eh no, non ci limitiamo a fare disegnini "celtici" sui cassonetti e a attacchinare i manifesti Vota Ciccio. Ma, comunque, che lo dico a fare; da questi qui mica c'è da aspettarsi di più. Tutto nella regola, tutto nella norma. Ma qualcuno se li immagina davvero a leggere i Pisan Cantos di Ezra Pound...?