martedì 13 ottobre 2009

Ezz Rapàunde


La foto segnaletica che, miagolàn miagolando e vincendo la mia naturale pigrizia felina, ho trovato sull'Internet, appartiene a tale Ezra Loomis Pound, di professione poeta americano, però anche fascista. Fu scattata, come si evince dalla data precisa stampigliata sulla foto, il 26 maggio 1945. Il fatto gli è che, dopo aver propagandato per anni fascismi, nazismi, mussolismi, superòmi, ideogrammi cinesi, raperonzoli, cornacchie e tarzanelli rinsecchiti nelle mutande, il Pound in questione fu poco cerimoniosamente ingabanàto dai suoi connazionali che, per sua disgrazia, avevano vinto la guerra. Fu rinchiuso in condizioni inenarrabili a Pisa (dato che, sì, aveva scelto di vivere in Italia), poi imprigionato per una decina d'anni negli USA. Fu liberato, sembra, soprattutto grazie all'azione dell'élite intellettuale di sinistra degli Stati Uniti, guidata in primis da Howard Fast; ché davanti alla cultura non esistono, pare, barriere politiche. Non appena scarcerato, tornò in Italia, ove se ne mòrse in età abbastanza tarda. Questo per quanto riguarda una succinta biografia di questo strano tipo di umano.

Con ogni probabilità, anzi con relativa certezza, è stato un grande poeta, tra i più significativi del XX secolo; e, come buona parte dei poeti più significativi del XX secolo, in generale risulta assolutamente incomprensibile, se non lo si affronta con debiti e assai approfonditi studi; questo vale soprattutto per ciò che è ritenuto il suo capolavoro, quei Canti Pisani (Pisan Cantos) che egli redasse proprio durante la sua dura prigionia in quel di Pisa. E che un soggiorno forzato a Pisa, perlopiù in precarissime condizioni, segni tremendamente la psiche umana è perfettamente comprensibile anche in un fascistone estetizzante già di per sé oscuro. Stanti così le cose, ora chiederò a tutti voi che mi leggete un autentico sforzo sovrumano. Ma è notte, i croccantini sono buoni e ho tempo da perdere.

Come qualcuno di voi saprà, in questi ultimi tempi, in Italia, si è sviluppato un buffissimo movimentino di estremadèstra che proprio dal suddetto Ezra Loomis Pound prende nome; si chiama Casapound, detta familiarmente Casapàunde perché qui si dice Ezz Rapàunde (esattamente come Mar Lombrando). Se ne parla più compiutamente in questo post , dove si ricorda anche come domenica scorsa, in quel di Pistoja, qualcuno abbia finalmente deciso di dare a quei signorini qualche graffietto (miao!); ovviamente, quei fùlgidi ribelli hanno immediatamente invocato mamma Polizia e nonna Repressione, non senza che tre ragazzi siano stati immediatamente arrestati (ma gli assassini di Fausto e Iaio girano ignoti dal 18 marzo 1978, quelli di Valerio Verbano dal 22 febbraio 1980 e così via). Mi fermo qui, perché il post linkato parla in modo più che compiuto dell'essenza di questi bischerelli da tre soldi bucati, del loro marketing e della loro più abissale inconsistenza. Inconsistenza che, però, ogni tanto ha bisogno di una pettinatina, tanto per far capire che c'è ancora gente che non accetta passivamente le loro stronzate razziste e xenofobe.

Ora, come dire, mi immagino questi ragazzotti che, nella maggior parte dei casi, non saprebbero nemmeno commentare adeguatamente La vispa Teresa, alle prese con l'impervio autore cui vorrebbero ispirarsi. Avendo a suo tempo, in una delle mie sette vite, affrontato coscienziosamente la lettura di quei componimenti (in quanto pur io, da gatta, riconosco l'assoluta universalità della cultura), ho rischiato di morire tra convulsi miagolìi provocati dal ridere figurandomi un qualsiasi casapaundino impegnato nella lettura del "suo" Pàunde. Due o tre versi che fanno al caso, un paio di slogan lasciati andare, l'eccelsa poesia dedicata alla X Mas di Junio Valerio Borghese e il giochino è bell'e costruito; ed anche con il sospettaccio che se quelli della X Mas, quelli veri dico, si fossero trovati davanti questi poveracci che appena vengono un pochino bacchiolati non trovan di meglio che andare a lagnarsi dai questurini, li avrebbero immediatamente spediti a coltivare l'orto.

Ma poiché sono una gattaccia servizievole, ho pensato anche di fornire a costoro un servizio. Non che voglia spiegare loro la poesia di Pound, ché gliel'ha spiegata assai meglio Bruno Fanciullacci (fra gattacci e fanciullacci c'è sempre stato un bel feeling, come potete immaginare); intendo semplicemente mettere a loro disposizione un Ezz Rapàunde adatto alle loro capacità, con un paio di poesie inedite del loro autore preferito. Auguro loro buona lettura tra una seduta di querele e lài presso la Questura e l'altra, così per ingannare il tempo; e intanto mi auguro che i tre ragazzi arrestati a Pistoja abbiano a essere liberati al più presto.

POESIA N° 1 DI EZZ RAPAUNDE
"Pisa Vituperio"

All'invasione mi sequestrarono
i libri di Bertran de Born
e quelli di Bernard de Ventadorn
e me li bruciarono nel forn.

Mi fecero fà due o tre giri per la città
nei quartieri popolari, ar Cisanello
e anco a Boccadarno e a Calambrone
ove un anziano comunista mi prese

A pattonate ner muso, mentre
recitavo Arnaldo Daniello.

Ner muso, mentre declamavo
versi in provenzale antico
e un sergente del North Carolàina
mi diceva che ci avevo la mamma
un po' puttàina.

Consolato dal 42° canto dell'Inferno
(ne avevo aggiunti io qualcuno, sacripante,
a quelli di Dante)
e dalla letteratura di Jaufré Rudel del Blaia
mi portarono a Cenaia
dove mi misero a pigià l'uva.

M'aspettavano anni di gattabuia,
mi consolai avendo una visione:
con un ideogramma cinese e dodici hai-kai
alfine pensai
che perlomeno avrei rimangiato quei troiai
che colan unto e grassi e ti riducono
il fegato a un pappino;
non l'avevo mai detto a nessuno
ma mi mancavano un casino.

No!
Non ne potevo più di spaghetti al sugo,
di pesce arrosto e minestrone!
E traducendo poesie dell'epoca dei Ming
sognavo sempre un succulento Burger King.

Ma l'anima del Miglior Fabbro mi sovvenne,
tan m'abellis vostre cortés deman
qu'ieu no me puesc ni vulh a vos cobrir:
fu tutta colpa di Pisa!
Pisa vituperio!

(Ché se magari ero andato a Grosseto
oppure a Montaione, o a Collesalvetti
non m'avrebbero arrestato
e a quest'ora, sì, avrei rinunciato al polpettone
e avrei continuato a mangiare spaghetti,
ma libero!)

E invece ora mi portano in galera,
mi bruciano i libri di Bertran de Born
e le poesie di Bernard de Ventadorn
nel forn
e la mia fidanzata di San Quirico d'Orcia
mi fa, forse, le corn.

POESIA N° 2 DI EZZ RAPAUNDE
"Cambio casa"

Per favore, no!
Piuttosto vo a stare
in un furgone
in un casermone
in un androne
su uno scoglio a Talamone
all'Elba in cima al monte Perone
all'addiaccio in un barcone

Piuttosto mi trasferisco
l'otto ottobre del '63 a Longarone
a Prato dentro un capannone
in cantina del deposito di Paperone
vo a far l'uomo cannone
alla deriva su un pallone
o in un catòio a Caltagirone
ma no!
Ve ne prego,
Vi scongiuro,
Vi imploro,
di non mettermi insieme allo Iannone!