martedì 24 novembre 2009

Jan Palach e la sua via


Sarà forse per le nostre famose sette vite, ma noialtri gatti ci abbiamo quel viziaccio infame che si chiama memoria. Così, quando durante un giro notturno in periferia, mi sono accorta che l'amministrazione comunale di questa città ha dedicato una via a Jan Palach, lo studente praghese di filosofia (ma in realtà era nato a Všetaty) che, il 19 gennaio 1969, si dette fuoco sulla Václavské Namestí per protestare contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia e la conseguente repressione, mi sono posta alcune domande e, soprattutto, immaginata alcuni scenari.


Ma, innanzitutto, un po' di documentazione. Magari si potrebbe credere che mi sia inventata tutto, ed invece eccovi la targa stradale di via Jan Palach; o meglio, di via Iampàlacche, come presumibilmente ne pronunceranno il nome i pochi cittadini, gatti o umani, che si accorgeranno della sua esistenza. Come vedremo meglio in seguito.

Il primo scenario che m'è venuto a mente è la misera fine che il povero studente ha fatto. Il suo gesto ne ha fatto, attualmente, una specie di icona anticomunista ad uso e consumo, tra gli altri, dei peggiori cialtroni che popolano consigli e consiglietti comunali e di quartiere. E non vale ricordare che Jan Palach, comunque si voglia giudicare il suo gesto, non s'era dato fuoco perché dei buzzurri che pigliano quarantamila euro all'anno per non fare una sega dalla mattina alla sera si servissero del suo nome e della sua tragica vicenda per ottenere soddisfazione alle loro rivalse -peraltro ben servite loro dall'amministrazione di "sinistra", forse per dar loro un contentino a buon mercato.

Il secondo scenario è che, fondamentalmente, Jan Palach si è dato fuoco per poi ottenere i McDonald's nella piazza in cui ha compiuto quel gesto; la divisione del suo paese; il liberismo selvaggio; l'adesione alla NATO; la privatizzazione di ogni cosa; e, non ultimo, il cazzo ritto di Topolánek. Sono quindi relativamente certa che, se Jan Palach avesse potuto prevederlo, avrebbe posato la latta di benzina e se ne sarebbe andato a bere una bella birra e a vivere la sua vita di ventenne, anche sotto una dittatura. L'Ottantanove sarebbe arrivato lo stesso, e ci sarebbe stato un quarantenne in più e una canzone di Guccini in meno:



Soprattutto, ci sarebbe stata in meno questa meravigliosa via a lui dedicata. Una grazïosa, ben congegnata, irridente presa per il culo che, non ne dubito, non mancherà di far dire a Jan Palach, ovunque nell'universo si trovi ora: "Io quella strada lì? Oh, ma che vu' m'avehe preso pe' bischero?!? Ma dedicàhela alla maialaccia della vostra mamma!" (mi si scusi lo strettissimo accento praghese di Malá Strána). Guardate infatti, per compiacere ai Donzelli, ai Gandolfo, ai Calì, ai fòibi e alla parcondìcio, cosa hanno escogitato. Una specie di varco sotto un viadotto, in una delle zone più infami e desolate della città; talmente deserta e grama, che è evitata persino dalle puttane (che pure pullulano nella zona):


Insomma, di che chiamarla più a proposito Via della Desolazione, tanto per parafrasare Bob Dylan. Oppure, seguendo il criterio di dare ad una strada un nome che ricordi o metta in risalto qualche sua caratteristica, la si sarebbe potuta chiamare:


a) Via del Parcheggio De' Camion


b) Via della Roulotte Abbandonata


c) Via dell'Aiuola con le Erbacce altre un Metro e Mezzo
(qualcuna anche uno e settantacinque)

Insomma, come dire, bello scherzetto gli hanno giocato all'eroe della libertà contro i' barbaro comunismo tanto caro, e tanto sfruttacchiato, dai cameratucci cittadini. Chissà se ci hanno messo mai piede in questa amena stradina.

Con la speranza che una un po' migliore venga prima o poi dedicata dagli amministratori di questa città antifascista e medaglia d'oro per la Resistenza ad un ragazzo della stessa età di Jan Palach, ma che non ha ottenuto lo stesso (falso) successo mediatico, e nemmeno canzoni dal gran cantautore impegnato. E pensare che compì il suo stesso gesto, per protestare contro la dittatura fascista greca, in una piazza di Genova. Si chiamava Kostas Georgakis.