domenica 30 gennaio 2011

5 febbraio 2011 - Corteo Antifascista


SCENDIAMO IN PIAZZA CONTRO I FASCISTI
MANDIAMO A CASA IL GOVERNO BERLUSCONI


Il 5 febbraio Firenze purtroppo si troverà ancora una volta di fronte a un corteo fascista che secondo gli organizzatori vorrebbe restituire memoria ai cosiddetti “martiri delle foibe”.

Anzitutto vogliamo ribadire con forza quanto questa giornata sia strumentale al revisionismo storico, al tentativo di svuotare di significato ciò che veramente la Resistenza Antifascista italiana e jugoslava rappresentano, decontestualizzando e distorcendo completamente i fatti storici e la realtà: durante la guerra le terre jugoslave furono occupate militarmente, le popolazioni deportate o costrette all'italianizzazione forzata in un clima fatto di violenza squadrista e terrore. Ciò che accadde in seguito, sempre in un contesto di guerra, non fu dettato da un sentimento nazionalista e anti-italiano bensì dai valori dell'antifascismo e dalla lotta di liberazione.

Pensiamo però che in questa fase il corteo organizzato dai fascisti rappresenti, se possibile, qualcosa di ancora più grave: fu proprio il precedente governo Berlusconi ad istituire “la giornata delle ricordo” su richiesta del fascista triestino Menia dando così proprio ai fascisti una giornata istituzionale all’interno della quale ritagliarsi uno spazio di agibilità politica. Oggi questa giornata ha un chiaro ritorno di sostegno e appoggio a un governo in forte crisi che necessita momenti di legittimità e propaganda mentre sta trascinando questo paese nella degenerazione dei rapporti sociali e in una fase di involuzione culturale trasformandolo in una sorta di società medioevale dove signori, signorotti e feudatari si scambiano soldi e favori con voti e appalti.

Il 5 febbraio il governo sarà rappresentato in primis dal Ministro della Gioventù Meloni, ex-militante del Fronte della Gioventù, finanziatrice delle organizzazioni giovanili dell’estrema destra e sicuramente acerrima nemica degli studenti che in questi mesi sono scesi in piazza contro l'approvazione del DDL Gelmini ma che più in generale rappresentano le rivendicazioni di una generazione che davanti a sé non vede prospettive e non vede un futuro. Una lotta, quella degli studenti, che si affianca e si unisce e quella dei lavoratori e in particolare alla resistenza mostrata dagli operai FIAT contro i quali questo governo ha preso una posizione chiara dando il pieno sostegno all’A.d. Marchionne nelle sue scelte presenti e future.
Questo appello è rivolto a tutti coloro che si riconoscono nei valori della Resistenza Antifascista affinché lo sottoscrivano, si adoperino nel divulgarlo e soprattutto siano presenti e partecipino attivamente alla piazza chiamata da Firenze Antifascista che manifesterà per le vie del centro storico fiorentino nel solco segnato dalla lotta degli studenti e degli operai contro governo e fascisti.

SABATO 5 FEBBRAIO
CORTEO A FIRENZE
IN PIAZZA S. MARCO ALLE ORE 15.30

lunedì 24 gennaio 2011

venerdì 14 gennaio 2011

In fuga da se stusso


Lo ha detto il segrutario del partuto demucratico, tale Bursani.

giovedì 13 gennaio 2011

Dieci piani di morbidezza


E così eccoci quasi arrivati all'annuale mistificazione a base di foibe.

Quest'anno, in questa città, si preannuncia in pompa magna:


Nella foto, una pompa magna. Pure centrifuga.

Sì, perché quest'anno l'annuale sfoibeggiata coincide pure con l'inaugurazione di Sottoscalaggì; e, allora, i peraltro sparuti camerati hanno pensato bene di fare le cose in grande. Oltre al "Corteo", vale a dire la solita passeggiatina con fiaccolette e tricoloroni dalle quest'anno (sembra) spostata in piazza Savonarola, hanno persino invitato er personaggio, anzi, la personaggia: nientepopodimeno che la ministra della gioventù, vale a dire la Meloni (nella foto sotto il titolo la si può vedere nel suo più riuscito quadruplicamento).

Ora, credendo -in quanto antichissima (Παμπαλαῖα) gatta nera- nella saggezza popolare, e non disprezzando affatto i proverbi, trovo alquanto azzeccato nominarne uno, famosissimo: Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.

I sottoscalanti, in questi giorni, si sentono notevolmente mobbilitàti, ahò. C'è anche un po' da capirli: durante tutta la loro esistenza come complemento indiretto politico (la qualifica di "soggetto" mi sembrerebbe un po' troppo grossa) in questa città, l'unica cosa che hanno prodotto (a parte la suddetta sfoibeggiata annuale) è stata l'imbrattamento sistematico di muri, pali della luce, cassonetti della Quadrifoglio, tabelloni e via discorrendo. Praticamente ogni cosa, negli ultimi anni, è servita da supporto alle scritte "Casaggì" e alle relative Croci cèrtihe (ma immaginarmi i' Torse come celta mi riesce difficile, al massimo gli si potrebbe far fare il bardo Assurancetourix).


Nella foto: il bardo Torsassurancetourix mentre propaganda il Corteo,
particolarmente apprezzato da un rude rappresentante della FIOM
(Federazione Interceltica Operai Martellatori)

Non contenti di questo, nottetempo, i Sottoscalanti si sono messi di buzzo buono e hanno "Incartato la città". Così dicono loro, almeno; ma qui la cosa si fa interessante. In pratica, hanno impiastrato tutti i muri (la loro attività preferita e, direi, anche l'unica) con dei volantini di propaganda del "Corteo contro i crimini del comunismo" previsto per il prossimo sabato 5 febbraio:


Il volantino con cui i Sottoscalanti hanno "incartato la città".
un vento di maschio ribellismo ne sembra spirare,
particolarmente nel simbolo azzurro in basso al centro.


Dopo l'Incartamento, i Sottoscalanti hanno pensato bene di annunciare la cosa (sempre in pompa magna) sul loro blog, scrivendo un articolo virile, non conforme e bogsidiano di cui sono (miao!) in grado di proporvi l'incipit:

Per fortuna, in questa città di morti viventi, c'è ancora qualcuno che smuove le acque.
Questa notte duemila manifesti hanno letteralmente incartato la città.
La mobilitazione pre-corteo, per i martiri delle foibe, procede con fanatica perfezione e con un entusiasmo mai riscontrato prima. Gente che prende libero a lavoro per attaccare i manifesti, gente che fa forca a scuola per fare un volantinaggio, gente che ha preso ferie per dare una mano a pieno regime nei giorni che precederanno l'evento. In più, oltre a questo, la presenza fisica di una marea di militanti, molti dei quali alle prese con le loro prime attività, che da qui all'estate daranno un bello scossone a queste strade.
Siamo in trincea, insomma."


Nella foto: Alcuni gggggiovani Sottoscalanti nella trincea
scavata sotto il Cavalcavia dell'Affrico


Il problema gli è che, come parecchi di voi avranno già notato, cliccando sul link non si accede a nessun articolo. Volete riprovare? Ecco qua. Che sarà mai successo?

È successo che l'assessore Mattei li ha bacchettati sonoramente. Questo articolo c'è, ed è bene leggerlo attentamente; dalla mia parte, mi limiterò a un piccolo commento.

Non è certamente che l'assessore Mattei mi stia particolarmente simpatico, e al pari di lui la giunta del Sindaco del bello o Sindaco più amato. L'outing di Mattei si basa esclusivamente sul famoso decoro, scordandosi delle indecorose iniziative del suo sindaco (la giratina a Arcore, lo schieramento a favore di Pulloverino...); nella sua dichiarazione non manca (come è quasi ovvio) la leccatina a favore della "Giornata della memoria", "come testimonia il suo operato". E sfido io; non sarà un caso che Renzi piaccia tanto. Soprattutto alle destre, perché è un sindaco di destra e ogni giorno non perde occasione per dimostrarlo. Ci sarebbe quasi da ringraziare la nevicata del 17 dicembre, che gli ha fatto patire un'epica sputtanata in Mondovisione o quasi.

Però è indubbio che le parole di Mattei, pur contestualizzate nel vuoto pneumatico sia del dichiarante che della controparte, abbiano fatto passare a tutti un paio di minuti di autentico buonumore.

Prima i' Torse, che fa una clamorosa quanto stentata marciandrè, biascicando una divertente ritrattazione e prendendosela con i "volantini dei movimenti di sinistra"; a tale riguardo, mi viene in mente una metafora sicuramente un po' greve, ma efficace. Avete presente quando scappa una bella cacata in mezzo di strada, e non ci si fa proprio a tenerla tutta fino al prossimo bagno? La biancheria intima ne risulta irrimediabilmente imbrattata, proprio come i muri di questa città dalle sfoibàte di quei piccoli servetti del padrone. I' Torse si è fatto una vera e propria frenata di merda nelle mutande. E magari si beccherà anche un bel multone, di quelli sodi.

Poi i responsabili del blog di Sottoscalaggì, che hanno precipitosamente cancellato l' "Articolo di rivendicazione" dell'intelligente iniziativa. Contrordine, camerati! Addio incartamento, addio morti viventi, addio alla fanatica perfezione; bellini poi, i fautori della Gelmini e degli "studenti a studiare" che inneggiano a quelli che fanno forca a scuola (cosa peraltro oramai pressoché impossibile nelle scuole-lager di adesso). Sì, davvero un bello scossone! Casomai, un bello sganassone si sono pigliati. Poi, ci devono avere una passione per l'idrogeologia questi qui. Prima il "fiume in piena", poi vogliono "smuovere le acque". O che riusciranno persino a far straripare l'Affrico?...

Insomma, come ci hanno del resto abituati ammodino, non passano nemmeno due giorni che già si ricoprono di ridicolo. Del resto, non sarà un caso se hanno invitato l'esponente più ridicola di un "governo" che è già ampiamente, e tragicamente, ridicolo di per se stesso.


Nel frattempo, il mondo intero sta scoppiando. In Tunisia si rivoltano e muoiono. In tutto il mondo la gente si ribella, e sul serio, contro il vero crimine globale, il capitalismo. La Tunisia dello sporco dittatore Ben Ali, tanto amicone di quel Bettino Craxi che è stato l'iniziatore, il protettore e la spinta propulsiva di quel Papi il cui simbolo azzurrognolo campeggia sui volantini "contro i crimini del comunismo". E questi qui intendono ancora pigliare per il culo tutti quanti con le loro foibe, il giocattolino storico che si sono creati e che sembra avere avuto tanto successo anche fra i democratici. Tutti col pulloverino. Tutti coi padroni. Tutti eunuchi che si divoreranno fra loro; e sarà un bello spettacolo. Intanto, però, per pochi minuti godiamoci anche quello degli Incartatori Incartati. Incartati, si: in dieci piani di morbidezza.




mercoledì 12 gennaio 2011

La Blogspottata


Non vorrei che pensaste che sono una gatta troppo maleducata e menefreghista; scrivo quindi questa specie di post di servizio per correggere un malaugurato errore in cui il mio frettoloso amico Sussi (che ha, come parecchi di voi avranno intuito, accesso a questo blog) è incorso ieri sera. Ma, certo, anche la piattaforma Blogspot ci ha messo del suo.

Chi ha il Black (Cat) Blog Pampalea tra i suoi link nel blogroll (e m'immagino uno che si sia fatto ibernare nel 1954 leggere una frase del genere al suo risveglio) si sarà ritrovato, magari con la relativa icona, un misterioso post "Milano rossa!" di cui, qui, non v'è traccia. Gli è che i' Sussi, che non di rado è decisamente rincoglionito, iersera mi ha postato qui, per sbadataggine & dystrazïone, un post destinato al suo blog delle vetture puzzolenti, e che pure fa parte dell'Asocial Network. Quando me ne sono accorta, ho provveduto a cancellarlo; ma i link e le icone sono rimaste, e non c'è stato proprio verso di levarle. Per levarle ci vuole un post nuovo; ed eccolo.

Come post, ho il sospetto che questo sia il più insulso che si possa immaginare (e, probabilmente, lo resterà); però colgo l'occasione per specificare che le Tregge tanto amate da i' Sussi a me interessano solo in quanto comodi ripari, e come efficace mezzo (al pari delle vetture nuove, del resto) per sfuggire a quei bischeracci di cani (che, non di rado, ci battono delle belle craniate; così imparano, e hai voglia di fare, poi, caì caì e bau bau).

lunedì 10 gennaio 2011

Sottoscalaggì, il suo ristorante e un povero pittore innocente


Parapappà zum zum! Tarapùm tarapàm, finarmente ci siàm! Dopo una lunga attesa durata ben otto mesi (e diho poho!), i nostri ineguagliabili, incommensurabili e anche un po' invisibili gggggiovinotti ribelli & non conformi di Casaggì hanno finalmente trovato il loro Bogside. Dev'essere stato senz'altro un trasloco lungo e faticoso, come già documentato da questo blog, ma alla fine i PDN® (Pargoletti Del Nano) hanno trovato un'adeguata nuova sede per il loro Centro Sociale di Merda; ne danno notizia, in pompa magna, sul loro blogghettone, e con tanto di "fiume in piena". Stiano attenti però coi fiumi e con le piene, visto dove si sono trasferiti:


4 novembre 1966: il Bogside di piazza Alberti sotto un par di metri d'acqua

Insomma, suvvìa: Fra' Silvestro Maruffi tira un sospiro di sollievo (e iddìo solo sa se ne ha bisogno, povero cristo, che oltre a essere stato bruciato assieme al Savonarola gli è toccato anche sorbirsi per qualche anno i' Torse, i' Donze e i loro fùrgidi ribelli), e ora sono cazzi del povero Lorenzo di Credi, onestissimo e innocente pittore rinascimentale, al quale sembra non venga risparmiato neppure uno spregio. Prima gli dedicano una via seppellendola letteralmente sotto un cavalcavia, poi lo fanno affogare nell'acqua, nel fango e nella nafta, e infine gli ci mettono pure i gggggiovinotti del Bogside. Fossi in lui, mi dimetterei da pittore e me ne andrei altrove.


Pietro Vannucci, detto il Perugino: Ritratto di Lorenzo di Credi

Dopo cotanto preambolo, è però bene andare a vedere dove si sono sistemati i nostri amiconi; sì, perché tutto si può dire della nuova sede di Casaggì fuorché non sia davvero non conforme. Soprattutto non conforme alla logica, come spesso ci hanno abituato i gggggiovinotti. Partiamo con un'immagine di questa oramai famosa via Lorenzo di Credi:


Trattasi, come si può vedere, di strada letteralmente infognata tra il cavalcavia più trafficato della città e la ferrovia per Roma: per uscirne, l'unico modo è appunto passare sotto il cavalcavia. Certo che, come Bogside, il Cavalcavia dell'Affrico non è il massimo. Ci passeranno sopra circa duecentomila automezzi al giorno, appestando l'aria e costringendo gli abitanti della povera via Lorenzo di Credi, ribelli o meno, a non aprire mai le finestre pena l'asfissia immediata; oltretutto, le virili & possenti italiche voci dei ggggiovini ne risulterebbero del tutto inaudibili, considerando anche i treni che sferragliano a cadenza discretamente fitta. Senza contare che, data la posizione di codesto Bogside qua, non dico l'esercito della Regina ma persino una banda di ragazzini con le fionde potrebbe provocare un massacro solo tappando il sottocavalcavia. Altro che Bloody Sunday, questi qui si sono andati a intafognare in un posto senza via di scampo! E se poi tornasse l'alluvione a fare, lei sì per davvero, il fiume in piena...?

Però va detto che, almeno in una cosa, i nostri ggggiovinotti si sono premuniti. In via Maruffi avevano al massimo qualche barretto; qui, invece, e proprio in via Lorenzo di Credi, hanno addirittura un ristorante. Che, però, quanto a nome non è propriamente beneaugurante:


Riassumiamo. Ubicazione in luogo amenissimo, tra una ferrovia e un cavalcavia puzzolente e congestionato; costante chiusura delle finestre (doppie, si presume); insomma, peggio di un ripostiglio. Altro che "casa", questo qui sembra un sottoscala. Annuncio quindi che, d'ora in avanti, sarà d'uopo riferirsi al Centro sociale di destra come Sottoscalaggì.

Come se non bastasse, pure il ristorante La Forca; magari, e ne sono convinto, è ottimo. Però immaginate un po' i gggiovinotti che, prima di un'oceanica assemblea a fiumi, di una battaglia contro gli scagnozzi della Regina, di un convegno su Codreanu, di una frignatina dai questurini, di un happening con la Meloni (i celebri meloni del Bogside) o di un invito ribellissimo a votare per Papi, si dicano: dai, su, camerati...prima andiamo alla Forca!

Nella foto: Un gruppo di camerati, a dire il vero non più gggggiovanissimi,
si prepara a andare al ristorante

(Pare però che i' Torse, prima della storica inaugurazione del 5 febbraio prossimo, in concomitanza con l'annuale PD3 GIVM -Passeggiatina De' 3 Grulli In Viale Milton- stia tentando di convincere il titolare del ristorante a cambiarne il nome in La Foiba. La spesa sarebbe d'altronde minima: basterebbe sostituire due lettere, R C con I B).

mercoledì 5 gennaio 2011

domenica 2 gennaio 2011

Florence inondée


Quattro novembre 1966.

Quel che accadde quel giorno in questa città, più o meno dovrebbero saperlo tutti. O quasi tutti; viviamo in tempi non belli.

Di solito, è conosciuto il famoso documentario girato con il commento di Richard Burton; ovunque arte, cristi di Cimabue, Uffizi, sculture, rinascimenti, chiostri e musei.

Pochi giorni dopo, senza che nessuno lo sappia, arriva a Firenze un reporter svizzero: si chiama Alain Tanner.


Alain Tanner nel 2009.

Alain Tanner non è Richard Burton, anche se parla l'italiano notevolmente meglio di quest'ultimo. È un reporter celebre soltanto nella Svizzera Romanda, dove ha realizzato dei servizi sulla condizione degli operai immigrati (ed è per questo che parla bene l'italiano); passa per un socialista di sinistra, e in tempi in cui il Partito Comunista è ancora al bando nella Confederazione Elvetica, ciò praticamente gli equivale.

Alain Tanner lavora per la TSR, la Televisione della Svizzera Romanda; arriva a Firenze con una troupe della trasmissione Continents sans visa ("Continenti senza visto") e gira un reportage di ventiquattro minuti, intitolato Florence inondée. È, probabilmente, la cosa più bella, vera, autentica e impressionante che sia stata girata sull'alluvione di Firenze. La TSR lo ha messo a disposizione sul suo sito; è in lingua francese, ma comprensibilissima e con numerosi interventi in italiano (cliccare sul link):


La TSR lo manda in onda il 1° dicembre 1966, con la voce del giornalista François Enderlin. Con immagini davvero mai viste prima, e che parecchi -anche tra quelli che "c'erano"- vedranno forse per la prima volta. Certo, si parla dell'arte, dei tesori, dei libri; ma viene data davvero voce ai fiorentini di 45 anni fa. Si sentono le loro parole, e si vedono le loro facce, giovani e vecchie. Si vede la morte del centro storico di Firenze: l'alluvione distrugge un intero tessuto sociale, e il centro viene reso libero per la progressiva disneylandizzazione.

Un documento da vedere, e da ascoltare bene. Sembra appena ieri.

Per questo vorrei dare la parola a un giovane attore che merita rispetto e considerazione. Si chiama Saverio Tommasi. Scrive qui:

44 anni fa, quattro novembre 1966, eravamo in piena alluvione. Lo siamo ancora, ma in un altro senso. Quel giorno c'era l'acqua alta cinque, sei metri, per le strade del centro storico di Firenze: via Cerretani, via Panzani; e poi a Brozzi, a San Donnino, in tutta la provincia pianeggiante di Firenze. Aveva straripato l'Arno, ma anche il Mugnone e gli altri fiumi e fiumiciattoli, rigagnoli d'estate, marea d'acqua quel giorno, 4 novembre '66. Morirono trentaquattro persone.
Migliaia di giovani arrivarono a Firenze per spalare fango, salvare superstiti, ripristinare le attività: gli angeli del fango. Con la lettera minuscola e il cuore grande.

Ieri sera ho introdotto la puntata "Inchieste" della giornalista Patrizia Menghini, su Rtv38, con un pezzo teatrale proprio su quell'alluvione, e ora voglio ricordare, attraverso le parole, alcune sensazioni e certi odori di quei giorni, che sento vicino anche se nel '66 mancavano tredici anni alla mia nascita. Le sento vicine perché profumano di quella politica che sento vibrare dentro, di quella politica che voglio.
Provo Affetto per le migliaia di giovani arrivati a Firenze per spalare fango e merda, rimuovere detriti, rimettere in piedi una città. Fra loro, fra gli angeli del fango, i bagnini della Versilia, arrivati con patini e gommoni.
Sento Condivisione per la decisione del circolo arci del paese, che in Toscana chiamiamo ancora Case del Popolo, di aprire i suoi spazi al primo piano, per ospitare in salvo le mucche degli allevatori.
Provo Solidarietà per i tanti fiorentini che abitavano sopra e nei pressi del carcere delle Murate e che quel giorno accolsero i detenuti nelle loro abitazioni, dopo che le guardie aprirono le celle perché non facessero la "fine del topo".
Provo Comunanza per lo spirito libero, ma consapevole, del proprietario di quella trattoria devastata dall'alluvione, che espose il cartello: "Oggi, specialità in umido".

Credo che siano questi, gli elementi della "buona politica": Comunanza, Solidarietà, Affetto, Condivisione.
Per questi ho deciso di impegnarmi a costruire qualcosa d'altro, qualcosa di meglio.