Parapappà zum zum! Tarapùm tarapàm, finarmente ci siàm! Dopo una lunga attesa durata ben otto mesi (e diho poho!), i nostri ineguagliabili, incommensurabili e anche un po' invisibili gggggiovinotti ribelli & non conformi di Casaggì hanno finalmente trovato il loro Bogside. Dev'essere stato senz'altro un trasloco lungo e faticoso, come già documentato da questo blog, ma alla fine i PDN® (Pargoletti Del Nano) hanno trovato un'adeguata nuova sede per il loro Centro Sociale di Merda; ne danno notizia, in pompa magna, sul loro blogghettone, e con tanto di "fiume in piena". Stiano attenti però coi fiumi e con le piene, visto dove si sono trasferiti:
Insomma, suvvìa: Fra' Silvestro Maruffi tira un sospiro di sollievo (e iddìo solo sa se ne ha bisogno, povero cristo, che oltre a essere stato bruciato assieme al Savonarola gli è toccato anche sorbirsi per qualche anno i' Torse, i' Donze e i loro fùrgidi ribelli), e ora sono cazzi del povero Lorenzo di Credi, onestissimo e innocente pittore rinascimentale, al quale sembra non venga risparmiato neppure uno spregio. Prima gli dedicano una via seppellendola letteralmente sotto un cavalcavia, poi lo fanno affogare nell'acqua, nel fango e nella nafta, e infine gli ci mettono pure i gggggiovinotti del Bogside. Fossi in lui, mi dimetterei da pittore e me ne andrei altrove.
Pietro Vannucci, detto il Perugino: Ritratto di Lorenzo di Credi
Insomma, suvvìa: Fra' Silvestro Maruffi tira un sospiro di sollievo (e iddìo solo sa se ne ha bisogno, povero cristo, che oltre a essere stato bruciato assieme al Savonarola gli è toccato anche sorbirsi per qualche anno i' Torse, i' Donze e i loro fùrgidi ribelli), e ora sono cazzi del povero Lorenzo di Credi, onestissimo e innocente pittore rinascimentale, al quale sembra non venga risparmiato neppure uno spregio. Prima gli dedicano una via seppellendola letteralmente sotto un cavalcavia, poi lo fanno affogare nell'acqua, nel fango e nella nafta, e infine gli ci mettono pure i gggggiovinotti del Bogside. Fossi in lui, mi dimetterei da pittore e me ne andrei altrove.
Pietro Vannucci, detto il Perugino: Ritratto di Lorenzo di Credi
Dopo cotanto preambolo, è però bene andare a vedere dove si sono sistemati i nostri amiconi; sì, perché tutto si può dire della nuova sede di Casaggì fuorché non sia davvero non conforme. Soprattutto non conforme alla logica, come spesso ci hanno abituato i gggggiovinotti. Partiamo con un'immagine di questa oramai famosa via Lorenzo di Credi:
Trattasi, come si può vedere, di strada letteralmente infognata tra il cavalcavia più trafficato della città e la ferrovia per Roma: per uscirne, l'unico modo è appunto passare sotto il cavalcavia. Certo che, come Bogside, il Cavalcavia dell'Affrico non è il massimo. Ci passeranno sopra circa duecentomila automezzi al giorno, appestando l'aria e costringendo gli abitanti della povera via Lorenzo di Credi, ribelli o meno, a non aprire mai le finestre pena l'asfissia immediata; oltretutto, le virili & possenti italiche voci dei ggggiovini ne risulterebbero del tutto inaudibili, considerando anche i treni che sferragliano a cadenza discretamente fitta. Senza contare che, data la posizione di codesto Bogside qua, non dico l'esercito della Regina ma persino una banda di ragazzini con le fionde potrebbe provocare un massacro solo tappando il sottocavalcavia. Altro che Bloody Sunday, questi qui si sono andati a intafognare in un posto senza via di scampo! E se poi tornasse l'alluvione a fare, lei sì per davvero, il fiume in piena...?
Però va detto che, almeno in una cosa, i nostri ggggiovinotti si sono premuniti. In via Maruffi avevano al massimo qualche barretto; qui, invece, e proprio in via Lorenzo di Credi, hanno addirittura un ristorante. Che, però, quanto a nome non è propriamente beneaugurante:
Riassumiamo. Ubicazione in luogo amenissimo, tra una ferrovia e un cavalcavia puzzolente e congestionato; costante chiusura delle finestre (doppie, si presume); insomma, peggio di un ripostiglio. Altro che "casa", questo qui sembra un sottoscala. Annuncio quindi che, d'ora in avanti, sarà d'uopo riferirsi al Centro sociale di destra come Sottoscalaggì.
Come se non bastasse, pure il ristorante La Forca; magari, e ne sono convinto, è ottimo. Però immaginate un po' i gggiovinotti che, prima di un'oceanica assemblea a fiumi, di una battaglia contro gli scagnozzi della Regina, di un convegno su Codreanu, di una frignatina dai questurini, di un happening con la Meloni (i celebri meloni del Bogside) o di un invito ribellissimo a votare per Papi, si dicano: dai, su, camerati...prima andiamo alla Forca!
(Pare però che i' Torse, prima della storica inaugurazione del 5 febbraio prossimo, in concomitanza con l'annuale PD3 GIVM -Passeggiatina De' 3 Grulli In Viale Milton- stia tentando di convincere il titolare del ristorante a cambiarne il nome in La Foiba. La spesa sarebbe d'altronde minima: basterebbe sostituire due lettere, R C con I B).
Trattasi, come si può vedere, di strada letteralmente infognata tra il cavalcavia più trafficato della città e la ferrovia per Roma: per uscirne, l'unico modo è appunto passare sotto il cavalcavia. Certo che, come Bogside, il Cavalcavia dell'Affrico non è il massimo. Ci passeranno sopra circa duecentomila automezzi al giorno, appestando l'aria e costringendo gli abitanti della povera via Lorenzo di Credi, ribelli o meno, a non aprire mai le finestre pena l'asfissia immediata; oltretutto, le virili & possenti italiche voci dei ggggiovini ne risulterebbero del tutto inaudibili, considerando anche i treni che sferragliano a cadenza discretamente fitta. Senza contare che, data la posizione di codesto Bogside qua, non dico l'esercito della Regina ma persino una banda di ragazzini con le fionde potrebbe provocare un massacro solo tappando il sottocavalcavia. Altro che Bloody Sunday, questi qui si sono andati a intafognare in un posto senza via di scampo! E se poi tornasse l'alluvione a fare, lei sì per davvero, il fiume in piena...?
Però va detto che, almeno in una cosa, i nostri ggggiovinotti si sono premuniti. In via Maruffi avevano al massimo qualche barretto; qui, invece, e proprio in via Lorenzo di Credi, hanno addirittura un ristorante. Che, però, quanto a nome non è propriamente beneaugurante:
Riassumiamo. Ubicazione in luogo amenissimo, tra una ferrovia e un cavalcavia puzzolente e congestionato; costante chiusura delle finestre (doppie, si presume); insomma, peggio di un ripostiglio. Altro che "casa", questo qui sembra un sottoscala. Annuncio quindi che, d'ora in avanti, sarà d'uopo riferirsi al Centro sociale di destra come Sottoscalaggì.
Come se non bastasse, pure il ristorante La Forca; magari, e ne sono convinto, è ottimo. Però immaginate un po' i gggiovinotti che, prima di un'oceanica assemblea a fiumi, di una battaglia contro gli scagnozzi della Regina, di un convegno su Codreanu, di una frignatina dai questurini, di un happening con la Meloni (i celebri meloni del Bogside) o di un invito ribellissimo a votare per Papi, si dicano: dai, su, camerati...prima andiamo alla Forca!
Nella foto: Un gruppo di camerati, a dire il vero non più gggggiovanissimi,
si prepara a andare al ristorante
si prepara a andare al ristorante
(Pare però che i' Torse, prima della storica inaugurazione del 5 febbraio prossimo, in concomitanza con l'annuale PD3 GIVM -Passeggiatina De' 3 Grulli In Viale Milton- stia tentando di convincere il titolare del ristorante a cambiarne il nome in La Foiba. La spesa sarebbe d'altronde minima: basterebbe sostituire due lettere, R C con I B).