martedì 29 gennaio 2013

Rebus


D'accordo; però, nella città dove si pubblicano le due principali riviste di enigmistica d'Italia (la Settimana Enigmistica, ovvio, e la Domenica Quiz), la soluzione subito sotto il rebus proprio non ci azzecca. La qui presente gatta Pampalea propone quindi al sindaco Pisapia di eliminare senza indugi la targa stradale scritta. Un suggerimento: nel rebus, infilare l'effigie del celebre calciatore di nome Mariolino, colonna della vecchia Inter e inventore del "tiro a foglia morta", e d'inoltrare la relativa richiesta al sindaco (Immagine della torre pendente + donna devota con rosario in mano).

lunedì 28 gennaio 2013

Della paura anticipata in vita



Speditami da un amico, il grecista Gian Piero Testa, gran gattofilo e umano assolutamente squisito. Scattata in un cimitero veneziano. S'ignora quando e come sia vissuto il signor Costante Spavento, ma s'immagina senza difficoltà l'autentico sadismo dei suoi genitori. Vivere tutta una vita con un nome del genere non dev'essere stato facile, sia che sia avvenuto relativamente di recente, sia secoli fa. La cosa che mi figuro più singolare è che, una volta raggiunta l'eterna pace del sepolcro, almeno di giorno la lapide con quel nome abbia provocato più risate che altro; discorso parecchio diverso, forse, nottetempo. Un tiro mancino, dipendesse da me, lo farei volentieri, però. Un piccolo "criiiiiccccc", due o tre centimetri che che si smuovono, e credo che le risate cesserebbero all'istante riproducendo finalmente tutto il fardello che il nome deve aver comportato. Comunque resta, incancellabile e parte intrinseca dell'essere vivente, lo Spavento Costante della morte.

venerdì 25 gennaio 2013

Il demente neozelandese



Se è vero il detto che la madre degli imbecilli è sempre incinta (e la cosa, va detto, non risparmia nessuno degli esseri viventi su questo sconfortante pianeta, gatti compresi!), c'è da dire che in questi giorni ci dev'essere stata un'epidemia di gravidanze in Nuova Zelanda, il famoso paese agli antipodi. E', infatti, il paese di tale sig. Gareth Morgan, che le fonti riportano come "economista esperto di ambiente piuttosto noto nel paese". Già la cosa in sé mi rende alquanto perplessa: non bastassero i danni planetari che i cosiddetti "economisti", che Iddio li strafùlmini senza pietà, hanno arrecato e continuano ad arrecare a tutti quanti, che abbiano quattro zampe, due o che non ne abbiano nessuna. Ora si mettono a sproloquiare anche contro i gatti.

Che cosa ha tirato infatti fuori questo mentecatto neozelandese, ed in modo tale da far interessarne mezzo mondo? Presto detto. Ha dichiarato una vera e propria crociata antigatto, da un suo sito intitolato simpaticamente "Cats to go" (che si potrebbe tradurre con qualcosa come "Via i gatti"). In pratica, accusa noialtri gatti di essere responsabili della scomparsa di migliaia di uccelli, con dei conseguenti "inviti alla popolazione" a sbarazzarsi dei gatti prima che "la wildlife riporti danni irreparabili" o roba del genere.Nel leggere questa cosa, rimpiango fortemente che qualche compagno di pelo neozelandese non abbia provveduto a papparsi un solo uccello: quello del padre di questo deficiente, prima che emettesse gli spermatozoi colpevoli di averlo messo al mondo. 

Come si può vedere cliccando sul link, il suo sito "Cats to go" (con relativo video) è prodigo di originalissimi dati: i gatti (rappresentati ovviamente in forma di neri killer notturni, con un'iconografia degna delle "diaboliche creature" tipiche del Medioevo, quando milioni di gatti sono stati sterminati per ogni sorta di stupide superstizioni) sarebbero "responsabili della scomparsa di oltre un terzo degli uccelli neozelandesi", esattamente il "40%". Tutto questo perché i neozelandesi, di squisita tradizione gattofila anglosassone, tengono con sé "circa 1.400.000 gatti" (che fanno della Nuova Zelanda one of the world's cat lovers). Seguono i dati su quanti uccelli, topacci di merda, pipistrelli eccetera ognuno di noialtri gatti farebbe fuori ogni anno, prendendo come misura -come dubitarne?- il "campo di rugby". Ma vada a farselo troncare nel culo lui, il rugby e gli "All Blacks", ché noialtri siamo ben più neri e notevolmente più belli e agili di quei coglioni con la palla ovale!

I "suggerimenti" dati dall'economista Morgan sono, come dire, degnissimi di un Himmlerino degli antipodi: dopo aver dichiarato che "non intende dire di sbarazzarsi dei gatti" (ma come noooooo!...), comincia col volerci mettere a tutti quanti il campanellino al collo; e magari, perché no, da buon nazista vorrebbe pure marchiarci con qualche stellina e con la scritta "Judenkatze" in buon tedesco. Dopo di questo, naturalmente, il lager: secondo lui, infatti, i neozelandesi ci dovrebbero tenere chiusi in casa ventiquattr'ore su ventiquattro, e non soltanto la notte. Naturalmente, tutti quanti sterilizzati in modo da estinguerci; e, quando esauriamo le nostre sette vite, non dovremmo "essere sostituiti" in modo che, nelle città, "torni a risuonare il canto degli uccelli" e la Nuova Zelanda diventi "libera dai predatori" (predator-free).

Ora, forse dei deliri di questo imbecille si dovrebbe semplicemente fare a meno di tener conto, lasciandolo affogare nella merda (magari nel guano dei suoi tanto amati uccelletti, che pure di danni con i loro milioni di tonnellate di cacate ne fanno pure loro!). Però, pur confidando nel buonsenso dei neozelandesi, gattofili e non, ed anche facendo presente che, in Nuova Zelanda come altrove, la wildlife è seriamente minacciata da ben altre cose che i gatti (ad esempio dall'economia del cazzo), ci potrebbe essere sempre il caso di qualche elettroencefalogramma piatto che gli dia retta -e magari, chissà, di qualcun altro che intenda imitarlo in altri paesi. Quindi sarà bene non prenderlo troppo sottogamba prima che faccia proseliti.

E' vero: a noialtri gatti piace andare a caccia di uccelli e di sgranocchiarceli pure; come cantava Renaud Séchan in una sua indimenticabile canzone, un passerotto è senz'altro migliore di un qualsiasi troiaio del McDonald's di cui certamente s'ingozzano anche i neozelandesi non pensando alle distruzioni che provoca nel pianeta. D'altronde, per un economista è senz'altro più comodo pigliarsela coi gatti che con una multinazionale. Oppure più ganzo raffigurare due gatti con la scritta "We love to kill" piuttosto che Benyamin Nethanyahu. Ma a lui bastano gli uccellini che cinguettano, con la speranza che alcuni di loro, visto che qua all'Isolotto continuano a farlo a migliaia nonostante la sottoscritta, Redelnoir, Nicco, il gatto Egidio del Parroco ne facciamo orgogliosamente fuori a decine (ma senza bombe a grappolo), provvedano a ricordarsi di certe scenette del film "Uccelli" di Alfred Hitchcock. Un suo remake in Nuova Zelanda sull'inutile testolina di cazzo del sig. economistaiolo Gareth Morgan non sarebbe davvero male, e gli farebbe immediatamente cambiare idea sui gatti. Oh, se gliela farebbe cambiare, a quel nazista di merda!


martedì 22 gennaio 2013

Fuoco rivoluzionario



Guarda come il fuoco rivoluzionario accende ancora
Quelle teste calde di ragazzi e di ragazze
Nelle strade e nelle piazze, dio che frase gia sentita
Questa ennesima canzone di battaglia già iniziata e già finita

Guarda quante cazzo di bandiere son cadute dentro al fosso
Che separa la politica di mille e un parlamento
Dalla massa dei cristiani senza terra
E dei bimbi senza scuola, forse ora soffia il vento

Quanta strada noi dovremo fare
Prima di sentirci più al sicuro
E con le nostre gambe calpestare
Un secolo di prese per il culo
Il vento che è soffiato l'altro ieri
Non lo sente più nessuno

Madri e padri
Coi figli nelle scuole barricati
Cominciate a aver paura per davvero
Non di droga e gravidanze
Né di terrorismo e di attentati
Ma di miseri infiltrati
Viscidi serpenti nel vortice di giovani pensieri
Troppo puri per capire che nemmeno con i pugni di Mazinga
Si dà sfogo all'esclusione dai poteri
Mediatico ed anticulturale
È proprio con quest'ultimo
Che riesci a trasformare l'ignoranza e la paura
Nella forza del consenso,
Nella nuova dittatura.

Guarda come il fuoco rivoluzionario accende ancora
Quelle teste calde di ragazzi e di ragazze
Nelle strade e nelle piazze, dio che frase gia sentita
Questa ennesima canzone di battaglia già iniziata e già finita.

Davide Giromini "Redelnoir"
Ballate di Fine Comunismo

mercoledì 9 gennaio 2013

I ribelli di Casaggì dal Bogside all'Australia



Era un po' di tempo che la vostra Pampalea non si occupava degli amiconi di Casaggì Firenze, alias I ribelli di' Bogsàid, tranquillo circolino di' Piddièlle sito vicino allo stadio comunale "Giovanni Berta" "Artemio Franchi" e famoso più che altro per gli attacchinaggi selvaggi su ogni muro possibile e immaginabile (le leggende metropolitane narrano persino d'un ribelle nonconforme di Casaggì che avrebbe, come in trance, tappezzato di manifesti casa sua, ivi compreso il salotto buono, prima di rendersi conto di quel che stava facendo alle urla della mamma che lo stava pigliando a granatate sul groppone).

A dire il vero, le occasioni per occuparsi di "Casaggì" non sono più molte. Stante la virtuale dissoluzione del loro "partito di riferimento" (nonostante la nuova "discesa in campo" del loro Signore & Padrone, notissimo gggggiòvane), se ne stanno là in via Frusa a projettare filmini, a bersi birra e a cazzeggiare in cinque o sei coi pantaloni della "tuta mimetica" (così com'è m'è stato dato di vedere quando, casualmente, ci son passata davanti un paio di sere fa). Presumibilmente si staranno preparando all'annuale oceanica parata in viale Milton, il "clou" della loro attività, e amen. In fondo, qualche utile funzione ce l'hanno pure loro: ad esempio, il Servizio Defissioni del Comune lavora quasi esclusivamente per loro, e si tratta di posti di lavoro salvaguardati.

Oggi, con questa mirabile immagine ripresa dal loro blogghino, la vostra Pampalea ha avuto finalmente un'illuminazione. Dov'erano finiti, i ribelli nonconformi? Come mai non se ne sentiva più parlare? Erano forse andati in massa ad esplicare la loro ggggiovanile e màschia ribellione combattendo arditamente in qualche zona del pianeta? Macché. Se ne sono andati tutti quanti in Australia. In questi giorni, come tutti saprete, l'Australia meridionale (con l'annessa Tasmania) è sconvolta da un'ondata di caldo senza precedenti, che ha provocato una serie di enormi incendi boschivi che hanno distrutto vastissime aree causando distruzione e vittime. Ora, finalmente, sappiamo chi c'è dietro!

La svolta sembra essere stata rappresentata da un paio di scritte sui muri di Sydney che inneggiavano a una misteriosa "Gì-House". Per gli inquirenti australiani c'è voluto ovviamente un po' di tempo prima di ricevere le necessarie informazioni dalla lontanissima Italia; ma, alla fine, l'arcano è stato svelato. Pòle una simile gggggiovinèzza 'ncendiària restare rinchiusa ne' limiti angusti d'una stradina del cazzo al Campo di Marte, tra un distributore Eni, un distaccamento de' Vigili Urbani e una passerella che porta a una stazione ferroviaria disastrata dall'ennesimo non-cantiere del TAV? No di certo. Il grido di battaglia dev'essere risonato una sera tra un'arista con patate al forno e un mantra su Bobby Sands: "Cameràhi! Gggggiòvani 'ncendiari! 'E si và a dà foho all'Australia!" Detto, fatto.

Resta naturalmente da vedere come la piglieranno quelli laggiù, in Australia. Le notizie al riguardo sono frammentarie, anche se qualcuno sostiene che i' Donze sia già stato sottoposto alla famosa pena del "calcio del canguro" (apposto a culo ignudo in una gabbia con giovane e aitante canguro che si esercita al salto giustappunto sulle terga scoperte del suddetto). Ovviamente, non appena le notizie saranno più precise saranno attivati tutti i canali diplomatici per riportare i nostri fùrgidi ribelli incendiari in Italia, al pari dei loro eroi, i celebri marò. Solo che, stavolta, si teme che la mobilitazione sia abbastanza bassa. Non riesco a capire perché, non riesco!