Il popoloso quartiere di Sollicciano, al confine tra questa città e Scandicci, aveva sicuramente bisogno di un organo di libera stampa che lo rappresentasse e che ne perorasse gli interessi; detto, fatto. Stante il non eclatante successo del Giornale della Toscana, il suo signore e padrone Denis Verdini, ex macellaio fivizzanese trapiantato in riva al Bisenzio divenuto poi impeccabile banchiere e infine coordinatore nazionale del PdL (che non è l'abbreviazione di Partito de' Lavoratori), ha pensato bene, e finalmente, di riconvertirlo.
Più volte ritenuto sull'orlo della chiusura e totalmente screditato anche dai suoi stessi potenziali lettori (che, a parità di cialtroneria e servilismo, continuano a preferire comunque La Nazione arricchita dagli impareggiabili corsivi di un Franco Cangini), il "foglio giallo" di via Cittadella si è contraddistinto negli anni della sua inesistenza, oltre che per il totale asservimento agli interessi di Silvio Berlusconi e per aver tentato di fungere da "quinta colonna" nella "rossa Toscana", per tutta una serie di degradi, paure, insihurezze, cittadini esasperàhi e porverière frammiste peraltro a grosse dosi di pallone, gòssippe, xenofobia, culi gnudi e menzogne; la gara con la Nazione (e anche con Repubblica, va detto) si è però dimostrata senza storia. Nemmeno i recenti fatti di Roma, dove il Giornale della Toscana ha ovviamente chiesto a gran voce ergastoli, gogne, patiboli e delazioni nei confronti dei violenti manifestanti, sono serviti ad evitare che l'agognato braccio secolare si rivolgesse in men che non si dica nei suoi confronti; e così ecco che, oggidí, l'ex macellaio & banchiere si è ritrovato (in mezzo ad altre irregolarità, grassazioni, concussioni, arricchimenti illeciti & reati varij) indagato anche per truffa in un'inchiesta della procura di Roma relativa ai finanziamenti pubblici erogati a quel liberissimo quotidiano. E non si parla di noccioline: gli inquirenti stanno sequestrando 10 milioni di euro, tra i quali una parte dei finanziamenti ricevuti illecitamente. A mo' di indennizzo, però, alla banda del Giornale della Toscana sono state incerimoniosamente erogate una ventina di perquisizioni, che mi risultano essere assai di più di quelle ammannite ai presunti black bloc fiorentini nei giorni scorsi. Solo che, tanto per essere corretti, di vero e proprio "blocco nero" si dovrebbe casomai parlare per quest'accozzaglia di faccendieri, fascisti, pennaioli, politicanti e piduisti (anzi, pitreisti, visto che nell'inchiesta pare entrarci anche la famigerata P3).
Insomma, Verdini & Co., vista la malissima parata che si sta prospettando per loro e per il Giornale della Toscana, hanno pensato di rendersi utili almeno per una volta nella loro vita; dismettendi i locali di via Cittadella, hanno iniziato il trasloco in quelli (invero ben più spaziosi, anche se suddivisi in una miriade di anguste stanzette) di Via Girolamo Minervini n° 2, dei quali offriamo una bella immagine nella foto sotto il titolo. La zona, seppure un po' umida e nebbiosa nei mesi invernali, è ottimamente servita (autobus n° 80) e non vi sono problemi di parcheggio (anche se, francamente, dubito che la proprietà e i redattori possano servirsi dell'automobile una volta varcato l'ingresso di quello stabile). Il novissimo Giornale di Sollicciano, al quali porgo il mio più caloroso benvenuto, saprà certamente ritagliarsi uno spazio importante nell'editoria locale; la proprietà e la redazione avranno del resto abbondanza di tempo da dedicare alla loro attività, allietata dagli ottimi pasti del Casanza Restaurant, e senza doversi più preoccupare di odiosi attentati dato che, mi garantiscono, la nuova sede è protetta assai bene.
Più volte ritenuto sull'orlo della chiusura e totalmente screditato anche dai suoi stessi potenziali lettori (che, a parità di cialtroneria e servilismo, continuano a preferire comunque La Nazione arricchita dagli impareggiabili corsivi di un Franco Cangini), il "foglio giallo" di via Cittadella si è contraddistinto negli anni della sua inesistenza, oltre che per il totale asservimento agli interessi di Silvio Berlusconi e per aver tentato di fungere da "quinta colonna" nella "rossa Toscana", per tutta una serie di degradi, paure, insihurezze, cittadini esasperàhi e porverière frammiste peraltro a grosse dosi di pallone, gòssippe, xenofobia, culi gnudi e menzogne; la gara con la Nazione (e anche con Repubblica, va detto) si è però dimostrata senza storia. Nemmeno i recenti fatti di Roma, dove il Giornale della Toscana ha ovviamente chiesto a gran voce ergastoli, gogne, patiboli e delazioni nei confronti dei violenti manifestanti, sono serviti ad evitare che l'agognato braccio secolare si rivolgesse in men che non si dica nei suoi confronti; e così ecco che, oggidí, l'ex macellaio & banchiere si è ritrovato (in mezzo ad altre irregolarità, grassazioni, concussioni, arricchimenti illeciti & reati varij) indagato anche per truffa in un'inchiesta della procura di Roma relativa ai finanziamenti pubblici erogati a quel liberissimo quotidiano. E non si parla di noccioline: gli inquirenti stanno sequestrando 10 milioni di euro, tra i quali una parte dei finanziamenti ricevuti illecitamente. A mo' di indennizzo, però, alla banda del Giornale della Toscana sono state incerimoniosamente erogate una ventina di perquisizioni, che mi risultano essere assai di più di quelle ammannite ai presunti black bloc fiorentini nei giorni scorsi. Solo che, tanto per essere corretti, di vero e proprio "blocco nero" si dovrebbe casomai parlare per quest'accozzaglia di faccendieri, fascisti, pennaioli, politicanti e piduisti (anzi, pitreisti, visto che nell'inchiesta pare entrarci anche la famigerata P3).
Insomma, Verdini & Co., vista la malissima parata che si sta prospettando per loro e per il Giornale della Toscana, hanno pensato di rendersi utili almeno per una volta nella loro vita; dismettendi i locali di via Cittadella, hanno iniziato il trasloco in quelli (invero ben più spaziosi, anche se suddivisi in una miriade di anguste stanzette) di Via Girolamo Minervini n° 2, dei quali offriamo una bella immagine nella foto sotto il titolo. La zona, seppure un po' umida e nebbiosa nei mesi invernali, è ottimamente servita (autobus n° 80) e non vi sono problemi di parcheggio (anche se, francamente, dubito che la proprietà e i redattori possano servirsi dell'automobile una volta varcato l'ingresso di quello stabile). Il novissimo Giornale di Sollicciano, al quali porgo il mio più caloroso benvenuto, saprà certamente ritagliarsi uno spazio importante nell'editoria locale; la proprietà e la redazione avranno del resto abbondanza di tempo da dedicare alla loro attività, allietata dagli ottimi pasti del Casanza Restaurant, e senza doversi più preoccupare di odiosi attentati dato che, mi garantiscono, la nuova sede è protetta assai bene.