mercoledì 23 febbraio 2011

Sanfrediano


Via Pisana, quasi di fronte al vecchio cinema Universale, ore 12.30 circa del 23 febbraio 2011. Du' vecchi del quartiere, sul marciapiede di fronte a una trattoria, "cucina casalinga" ma casalinga su i' serio. S'incontrano e parlano.

"O Giovanni, 'e t'ho visto ieri a braccetto 'holla tu' moglie!"

"E pe' forza, sennò la 'hasca!"

Sanfrediano. C'è ancora, e resiste disperato, un odore che sa.

venerdì 11 febbraio 2011

Naturalmente


Naturalmente, le denunce. Diciannove, per l'esattezza.

Le solite accuse ridicole, il blocco della circolazione dei mezzi dell'ATAF proprio in un periodo in cui la stessa ATAF taglia linee intere provocando una sollevazione popolare in alcuni quartieri; il mancato preavviso alla Questura quando si lasciano liberi i fascisti governativi tricolorati di scorrazzare dove vogliono, come sempre ben protetti; il porto di oggetti atti ad offendere quando offesa, e mortalmente, è una città intera che non vuole questi cancri ambulanti dentro di sé.

E allora è bene essere chiari, una volta per tutte.

Non appena la ministressa gggggiovane ha notato che in questa città non solo non si lascia passare la buffonata sulle "foibe", che si reagisce e che si sposta la questione sull'opposizione politica e sociale attiva contro un governo ed un regime di merda, è stato immediatamente lanciato il comando di repressione. Prontamente eseguito.

Più volte, in questo blog si è usata l'arma del ridicolo nei confronti di questi schifosi, delle loro menzogne spudorate, della loro vuotezza pressurizzata. I "ribelli" che si muovono costantemente coi questurini al seguito, perché in altro modo non potrebbero né saprebbero fare, per spandere la loro puzza di cadavere.

I delinquenti che, "tricolore" alla mano, sostengono non soltanto vecchi pedofili bavosi, ma speculatori della peggiore specie, i signori della "Scuola Marescialli" che ha sconciato un'intera piana, i politicanti banchieri, i loro giornali bugiardi e servili.

L'arma del ridicolo e della risata è sempre efficace; non per niente mal la sopportano. Ma è bene anche essere estremamente seri, quando è necessario. Forse non si rendono conto di stare oramai camminando su un baratro ben più profondo delle loro "foibe", e che ci si stanno cacciando dentro da soli. Non si accorgono che la misura è davvero colma.

Intanto se ne stanno ben rintanati nelle loro fogne. Per venire allo scoperto hanno bisogno di mamma Polizia che li protegga ammodino, e che denunci chi scende in piazza a smascherare tutto questo. Non può accadere tutti i giorni; e intanto la loro fine procede lentamente, ma inesorabile.

Giornata del ricordo

mercoledì 9 febbraio 2011

San Valentino


Il muricciolone tra via della Quiete e via del Chiuso dei Pazzi si sta rivelando una vera e propria miniera di Volksgeist per la vostra gattaccia nera & antichissima. A pochi giorni da San Valentino, festa de' cuoricini e delle stragi a Chicago, questa sincera ancorché brutale dichiarazione d'amore all'amata fanciulla assume quasi un valore epocale. Ovviamente non è dato sapere come la ragazzotta in questione abbia preso la cosa; girando tutti i giorni da quelle parti, mi premurerò di vedere se sul marciapiede ci siano per caso i resti di un paio di coglioni recisi.

lunedì 7 febbraio 2011

Dàirett commiunichèscion


Una curva evidentemente pericolosa e un muro minacciosamente solido, o solidamente minaccioso; in questi tempi moderni, senz'altro, la reazione più comune sarebbe quella di aprire una pagina Facebook dedicata alla cosa. Invece l'anonimo autore di questa scritta ha scelto la cara, vecchia comunicazione diretta: ha preso un barattolo di vernice, o una bomboletta spray, e s'è dato da fare. Il risultato è sorprendente, visto che da quel posto, assieme all'amico Sussi, passo non dico tutti i giorni ma quasi: la gente vede la scritta, rallenta, esegue correttamente la curva e evita d'andare a spiaccicarsi in quel muro che sembra fatto apposta, all'incrocio tra due strade i cui nomi formano un delizioso contrasto: via della Quiete e via del Chiuso dei Pazzi (che sembra un modo elegante per dedicare una strada a un manicomio, mi verrebbe da pensare).

Sterza; però misterioso e inquietante è quel Dio, senz'altra specificazione, che si legge, in piccolo, più sotto. Gli scenari possibili sono molteplici. L'autore della scritta potrebbe essersi accorto di un Gasolone che gli veniva implacabile addosso, non avendo fatto ancora in tempo a leggere la scritta neonata. L'ultimo urlo accorato, e fors'anche l'ultimo moccolo prima del fatale impatto (come si potrebbe evincere dalla "M" appena accennata). Oppure si potrebbe trattare di un filosofico (ed anche condivisibile) invito al Padreterno ad operare finalmente una svolta, visto che la sua azione, in tutti questi eoni, non ha portato a gran ché. Sterza, Dio!, insomma. Risulta purtroppo totalmente illeggibile la scritta che accompagnava lo sterza; ad ogni modo, un mirabile esempio di come la comunicazione urbana obbedisca fondamentalmente a canoni secolari, per non dire millenari.

venerdì 4 febbraio 2011

...'e 'un passano.


Falce martello e la stella d'Italia
ornano nuovi la sala. Ma quanto
dolore per quel segno su quel muro!

Esce, sorretto dalle grucce, il Prologo.
Saluta al pugno; dice sue parole
perché le donne ridano e i fanciulli
che affollano la povera platea.
Dice, timido ancora, dell'idea
che gli animi affratella; chiude: "E adesso
faccio come i tedeschi: mi ritiro".
Tra un atto e l'altro, alla Cantina, in giro
rosseggia parco ai bicchieri l'amico
dell'uomo, cui rimargina ferite,
gli chiude solchi dolorosi; alcuno
venuto qui da spaventosi esigli,
si scalda a lui come chi ha freddo al sole.

Questo è il Teatro degli Artigianelli,
quale lo vide il poeta nel mille
novecentoquarantaquattro, un giorno
di Settembre, che a tratti
rombava ancora il cannone, e Firenze
taceva, assorta nelle sue rovine.

Umberto Saba.

martedì 1 febbraio 2011

I Bloody Imbratters di Sottoscalaggì



È necessario dire che i nostri amiconi rybelly e non conformy di Sottoscalaggì sono realmente impagabili. Non passa giorno, e dico neanche uno, che non forniscano momenti di autentico buonumore a chiunque si imbatta nel loro blog. Altro che Zelig; questi il cabaret ce l'hanno veramente nel sangue!

Prendiamo ad esempio quel che hanno scritto il 30 gennaio scorso. Il 30 gennaio, come si sa, è l'anniversario della Bloody Sunday di Derry, quando durante una manifestazione per i diritti civili, l'esercito di sua Maestà Britannica sparò sulla folla provocando un numero non indifferente di vittime. Un avvenimento orrendo e tragico, sicuramente; eppure, come per magia, nelle mani dei Sottoscalanti del Cavalcavia anche questo riesce a diventare assolutamente comico.

Vedere all'opera questi assurdi e patetici servi del padrone, sempre pronti alla provocazione da quattro soldi e alla relativa frignatina in questura o nella redazione della Nazione, foraggiati dal Papi, supercattolici tradizionalisti che sostengono un puttaniere di minorenni e quant'altro, è infatti incommensurabilmente comico. O tragicomico, se si preferisce. Certo che il loro finto ribellismo, più falso di una banconota da trenta euro, è come una "punta di diamante" nel loro repertorio da Bagaglino. Ci sarebbe seriamente, ragionevolmente e sensatamente da chiedersi se davvero credano in quel che scrivono e dicono. La risposta è ovviamente una sola: no. Con questi qui non si deve più nemmero tirare in ballo la destra, o roba del genere. Questi sono una misera e ridicola manovalanza che prende per il culo in primis coloro che pure sarebbero vicini a loro per "idealità", chiamiamola così.

La Bloody Sunday. I diritti civili. Questi qui che "scendono in piazza" soltanto quando il Grande Papi glielo ordina, e una volta all'anno per una mistificazione che si sono inventati per coprire le malefatte del loro nonnino di Predappio e del suo regime. Bisognerebbe davvero vederli alle prese con una lotta dura e con un esercito che spara; ma credo che non sarebbe possibile. Ne verrebbe fuori una Funny Sunday. Nel vederli, non dico l'esercito di Sua Maestà Britannica ma persino quello della Repubblica di San Marino si sbellicherebbe dalle risate. In Irlanda del Nord c'era Bernadette Devlin, questi qui ci hanno la Giorgia Meloni, ministra dei gggggiovani nonché impalpabile ed assoluta nullità. Ragazzi, ma perché non la smettete di prenderci per il culo e ve ne tornate a casina a giocare al Fantacalcio o a fare comunque quel che vi compete, tipo una bella Shopping Sunday ai Gigli...?

Altrimenti si potrebbe immaginare ulteriormente; tipo, che so io, Bobby Sands cui viene concesso di resuscitare per godersi lo spettacolo di uno sciopero della fame condotto fino alle estreme conseguenze da questo fulgido combattente, emaciato e vinto dall'inedia nel nome di un ideale superiore:


(Nella foto si possono ammirare, spolpate, fette di cocomero di diversa specie: da sinistra a destra, una fetta di Codreanus ruber maculatus, una di Cucumber Spenglerii, una di Iohannes Gentilis dulcissimus, una di Délice de Louis-Ferdinand, una di Old Ruby e, infine, una della rarissima Nonconphormitacea pinguis Scandicensis).



Questo per il filone nordirlandese; credevo di essere arrivata al massimo, ma i Sottoscalanti si rivelano decisamente inesauribili.

In questi giorni, il "duo" dei Bloody Imbratters, i' Torse e i' Villa, ce la stanno mettendo veramente tutta per sacrificare ancor meglio al dio Ridicvlvs. Non contenti di avere nei giorni scorsi impestato tutta la città coi manifesti del loro Corteo del 5 febbraio, venendo severamente redarguiti (e, spero, anche convenientemente multati) dall'assessore Mattei, non paghi di sporcare questa città in primis con la loro stessa e inutile presenza di lacchè, e poi con l'imbrattamento di muri, pali della luce, cassonetti dell'immondizia (verso i quali devono sentire un'irresistibile attrazione) e quant'altro, ora se la prendono virilmente con chi avrebbe danneggiato la targa stradale del "Largo Martiri delle Foibe". E qui corre l'obbligo di riportare integralmente quanto hanno scritto sul loro blog, perché davvero è un concentrato perfetto di tutto quel che sono. Sette righe perfettamente esemplificative.

"Come al solito, nel buio della notte, le iene si muovono indisturbate. Sono i soliti quattro gatti, ormai ridotti a poca cosa, che vivono aspettando di danneggiare le nostre sedi e di impedire le nostre iniziative. I soliti quattro scemi, ma davvero quattro, che il giorno -quando la luce del sole impedisce loro di potersi nascondere- scrivono milioni di articoli sul nostro conto, tutti esilaranti. Una vita tra il buio della notte e lo schermo del pc: nuovi paladini di un antifascismo militante che, più che altro, dovrebbe essere indagato dalla psichiatria avanzata. Ci vuole compassione."

Si potrebbe cominciare col dire che il "Largo Martiri delle Foibe", benignamente concesso da un'amministrazione di "sinistra" di questa città, è in realtà una myrabile presa di culo. Lo avete presente, al termine del viale Milton? La sua funzione è quella di parcheggio, orrendo, coi divisori bianchi e rossi in plastica. Fossi un "martire", nel vedere quella schifezza mi rigirerei nella foiba; fa davvero il paio con via Jan Palach. Ma la cosa più irresistibile è senz'altro quella dei quattro gatti (o quattro scemi: ha parlato senz'altro la voce della loro fulgida intelligenza, fulgida e calda come un Hotlink). Ma bisogna anche un po' capirli, questi indomiti ribelli. Sono costretti a fogneggiare in una città che non li ha mai voluti, neppure quando le condizioni generali erano a loro più favorevoli. Di meglio non hanno trovato da fare, per cercare di essere "visibili", che imbrattarla in ogni dove con le loro "croci celtiche", e con slogan che non si sa se siano più ridicoli o più falsi. Una macchietta continua, uno sketch che farebbe impallidire quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo. Quando "scendono in piazza", a parte la buffonata delle foibe, lo fanno per andare in tre (almeno noi siamo quattro!) a fare i provocatorelli nei cortei veri, frignando poi regolarmente dai loro amichetti questurini e in consiglio comunale con le famose interrogazioni che, sospetto, vadano ad arricchire la dotazione di carta igienica nei cessi di Palazzo Vecchio. Nascondersi? Questi qui sono nati già nascosti, è la vocazione dei ratti. Non manca neppure la "psichiatrizzazione" dell'avversario: ora, va bene appropriarsi regolarmente di tutto l'appropriabile, ma persino dei metodi stalinisti...

A questi cabarettisti non può essere riservata neppure la "compassione" che pure sembrano voler utilizzare nelle loro gag. Essendo appunto la loro una vita fatta di sketch, bisogna ridere. E, debbo dirlo, ci riescono a meraviglia, a far ridere i polli. Certo, per il clou bisognerà attendere la sera di sabato 5 febbraio, quando arriverà persino la capacomica ministressa d'a'a' ggggioventù in mezzo ai tricoloroni. Svuotata la piazza nell'indifferenza generale, tornata la ministressa gggggiovane a Roma, fatto l'articoletto della Nazione, torneranno, come sempre a imbrattare muri.