martedì 1 febbraio 2011

I Bloody Imbratters di Sottoscalaggì



È necessario dire che i nostri amiconi rybelly e non conformy di Sottoscalaggì sono realmente impagabili. Non passa giorno, e dico neanche uno, che non forniscano momenti di autentico buonumore a chiunque si imbatta nel loro blog. Altro che Zelig; questi il cabaret ce l'hanno veramente nel sangue!

Prendiamo ad esempio quel che hanno scritto il 30 gennaio scorso. Il 30 gennaio, come si sa, è l'anniversario della Bloody Sunday di Derry, quando durante una manifestazione per i diritti civili, l'esercito di sua Maestà Britannica sparò sulla folla provocando un numero non indifferente di vittime. Un avvenimento orrendo e tragico, sicuramente; eppure, come per magia, nelle mani dei Sottoscalanti del Cavalcavia anche questo riesce a diventare assolutamente comico.

Vedere all'opera questi assurdi e patetici servi del padrone, sempre pronti alla provocazione da quattro soldi e alla relativa frignatina in questura o nella redazione della Nazione, foraggiati dal Papi, supercattolici tradizionalisti che sostengono un puttaniere di minorenni e quant'altro, è infatti incommensurabilmente comico. O tragicomico, se si preferisce. Certo che il loro finto ribellismo, più falso di una banconota da trenta euro, è come una "punta di diamante" nel loro repertorio da Bagaglino. Ci sarebbe seriamente, ragionevolmente e sensatamente da chiedersi se davvero credano in quel che scrivono e dicono. La risposta è ovviamente una sola: no. Con questi qui non si deve più nemmero tirare in ballo la destra, o roba del genere. Questi sono una misera e ridicola manovalanza che prende per il culo in primis coloro che pure sarebbero vicini a loro per "idealità", chiamiamola così.

La Bloody Sunday. I diritti civili. Questi qui che "scendono in piazza" soltanto quando il Grande Papi glielo ordina, e una volta all'anno per una mistificazione che si sono inventati per coprire le malefatte del loro nonnino di Predappio e del suo regime. Bisognerebbe davvero vederli alle prese con una lotta dura e con un esercito che spara; ma credo che non sarebbe possibile. Ne verrebbe fuori una Funny Sunday. Nel vederli, non dico l'esercito di Sua Maestà Britannica ma persino quello della Repubblica di San Marino si sbellicherebbe dalle risate. In Irlanda del Nord c'era Bernadette Devlin, questi qui ci hanno la Giorgia Meloni, ministra dei gggggiovani nonché impalpabile ed assoluta nullità. Ragazzi, ma perché non la smettete di prenderci per il culo e ve ne tornate a casina a giocare al Fantacalcio o a fare comunque quel che vi compete, tipo una bella Shopping Sunday ai Gigli...?

Altrimenti si potrebbe immaginare ulteriormente; tipo, che so io, Bobby Sands cui viene concesso di resuscitare per godersi lo spettacolo di uno sciopero della fame condotto fino alle estreme conseguenze da questo fulgido combattente, emaciato e vinto dall'inedia nel nome di un ideale superiore:


(Nella foto si possono ammirare, spolpate, fette di cocomero di diversa specie: da sinistra a destra, una fetta di Codreanus ruber maculatus, una di Cucumber Spenglerii, una di Iohannes Gentilis dulcissimus, una di Délice de Louis-Ferdinand, una di Old Ruby e, infine, una della rarissima Nonconphormitacea pinguis Scandicensis).



Questo per il filone nordirlandese; credevo di essere arrivata al massimo, ma i Sottoscalanti si rivelano decisamente inesauribili.

In questi giorni, il "duo" dei Bloody Imbratters, i' Torse e i' Villa, ce la stanno mettendo veramente tutta per sacrificare ancor meglio al dio Ridicvlvs. Non contenti di avere nei giorni scorsi impestato tutta la città coi manifesti del loro Corteo del 5 febbraio, venendo severamente redarguiti (e, spero, anche convenientemente multati) dall'assessore Mattei, non paghi di sporcare questa città in primis con la loro stessa e inutile presenza di lacchè, e poi con l'imbrattamento di muri, pali della luce, cassonetti dell'immondizia (verso i quali devono sentire un'irresistibile attrazione) e quant'altro, ora se la prendono virilmente con chi avrebbe danneggiato la targa stradale del "Largo Martiri delle Foibe". E qui corre l'obbligo di riportare integralmente quanto hanno scritto sul loro blog, perché davvero è un concentrato perfetto di tutto quel che sono. Sette righe perfettamente esemplificative.

"Come al solito, nel buio della notte, le iene si muovono indisturbate. Sono i soliti quattro gatti, ormai ridotti a poca cosa, che vivono aspettando di danneggiare le nostre sedi e di impedire le nostre iniziative. I soliti quattro scemi, ma davvero quattro, che il giorno -quando la luce del sole impedisce loro di potersi nascondere- scrivono milioni di articoli sul nostro conto, tutti esilaranti. Una vita tra il buio della notte e lo schermo del pc: nuovi paladini di un antifascismo militante che, più che altro, dovrebbe essere indagato dalla psichiatria avanzata. Ci vuole compassione."

Si potrebbe cominciare col dire che il "Largo Martiri delle Foibe", benignamente concesso da un'amministrazione di "sinistra" di questa città, è in realtà una myrabile presa di culo. Lo avete presente, al termine del viale Milton? La sua funzione è quella di parcheggio, orrendo, coi divisori bianchi e rossi in plastica. Fossi un "martire", nel vedere quella schifezza mi rigirerei nella foiba; fa davvero il paio con via Jan Palach. Ma la cosa più irresistibile è senz'altro quella dei quattro gatti (o quattro scemi: ha parlato senz'altro la voce della loro fulgida intelligenza, fulgida e calda come un Hotlink). Ma bisogna anche un po' capirli, questi indomiti ribelli. Sono costretti a fogneggiare in una città che non li ha mai voluti, neppure quando le condizioni generali erano a loro più favorevoli. Di meglio non hanno trovato da fare, per cercare di essere "visibili", che imbrattarla in ogni dove con le loro "croci celtiche", e con slogan che non si sa se siano più ridicoli o più falsi. Una macchietta continua, uno sketch che farebbe impallidire quelli di Aldo, Giovanni e Giacomo. Quando "scendono in piazza", a parte la buffonata delle foibe, lo fanno per andare in tre (almeno noi siamo quattro!) a fare i provocatorelli nei cortei veri, frignando poi regolarmente dai loro amichetti questurini e in consiglio comunale con le famose interrogazioni che, sospetto, vadano ad arricchire la dotazione di carta igienica nei cessi di Palazzo Vecchio. Nascondersi? Questi qui sono nati già nascosti, è la vocazione dei ratti. Non manca neppure la "psichiatrizzazione" dell'avversario: ora, va bene appropriarsi regolarmente di tutto l'appropriabile, ma persino dei metodi stalinisti...

A questi cabarettisti non può essere riservata neppure la "compassione" che pure sembrano voler utilizzare nelle loro gag. Essendo appunto la loro una vita fatta di sketch, bisogna ridere. E, debbo dirlo, ci riescono a meraviglia, a far ridere i polli. Certo, per il clou bisognerà attendere la sera di sabato 5 febbraio, quando arriverà persino la capacomica ministressa d'a'a' ggggioventù in mezzo ai tricoloroni. Svuotata la piazza nell'indifferenza generale, tornata la ministressa gggggiovane a Roma, fatto l'articoletto della Nazione, torneranno, come sempre a imbrattare muri.