lunedì 4 gennaio 2010

Sculo nero?


Dopo una colossale ronfata che ha coperto anche il "capodanno" (tanto noialtri gatti gli "anni" li contiamo in modo diverso da voi, non so se lo avevate capito...), mi sono finalmente decisa a sgranchirmi le zampe con una bella giratina per il centro. Certo che ho scelto proprio una bella seratina: freddo da pelare, nevischio e un umido buono per le anguille, non per i gatti. Insomma, come dire, sembrava d'essere di gennaio; ah, però mi dicono che siamo di gennaio. Brutti, bruttissimi mesi quelli che finiscono in -aio; ma tant'è. Per arrivare al sole bisogna passarci per forza.

Infreddolita alquanto, sono passata per una piazza dove vo spesso, anche perché ci ho certi amici e certe amiche di pelo che mi segnalano sempre cose interessanti. Come questa curiosa scritta su un muro, che dev'essere il disperato sfogo di un qualche umano mangiaverdura. Intendiamoci: io non ho assolutamente niente contro i mangiatori di verdura, anche se preferisco un pesce come Iddio comanda o, al limite, un topacchione bello grasso à la Strogonoff. Ognuno mangia quel che vuole, e ne sa qualcosa l'amico Sussi che mi ha accompagnato. Quando ha visto quella scritta ha avuto una reazione ancor più curiosa della scritta: prima è sbiancato in volto, poi s'è messo a ridacchiare nervosamente, ha debitamente fotografato e infine s'è infilato da un trippaio sbafandosi due panini col lampredotto in quattro minuti netti. Quando gli ho chiesto il perché di quell'anomalo comportamento, ha palesemente glissato cominciando a parlare del tempaccio infame, di Immanuel Kant (sul quale, beninteso, non sa assolutamente una sega a parte la solita bischerata della legge morale), dell'ultimo acquisto della squadra cittadina di pallone e d'altre cose. Insomma, ho come il vago sospetto che il mio amico volesse sviare il discorso, e che nel suo passato ci debbano essere dei segreti inconfessabili. Non so se abbiano a che fare con il veganesimo o con la gotta, però.

Certo che, ragionandoci sopra, c'è qualcosa che non mi torna. A quanto ne so, la gotta deriva da un eccesso di acido urico nel sangue, in conseguenza di un'alimentazione smodatamente ricca di carni rosse, pesce (sigh), zucchero e alcool; proprio per questo, nella storia, è stata chiamata la malattia dei ricchi o addirittura dei re; e tuttora appartiene alle cosiddette "malattie del benessere". Insomma, nutrirsi di verdure e di prodotti vegetali la gotta proprio non la fa venire. Siamo quindi di fronte al grido disperato di uno sculato nero, un povero vegan che potrebbe avere problemi genetici o un'insufficienza renale (oh, non fatevi strane idee su di me: 'ste cose me le sono andate a vedere su Wikipedia, eh)? Chi lo sa. Anche se preferisco di gran lunga avere il sospetto che la scritta sia una presa per il culo rivolta ai vegani; e sono ragionevolmente certa che anche ogni bravo vegano avrebbe questa mia stessa preferenza, visto il quadro patologico che altrimenti dovrebbe giustificare la cosa.

Andandomene in mezzo a tutti questi pensieri mi son detta che ero andata là, in fondo, per farmi due risate con una scritta un po' bizzarra. Me le son fatte all'inizio, però noialtri gatti siamo famosi per i retropensieri. Anche il mio amico Sussi era pensoso, ma credo che lo fosse per altre cose abbastanza imperscrutabili. E comunque ognuno mangi quel che vuole, per Amon Râ. Nel mondo ci sono milioni di persone e di animali che crepano di fame, ed è peggio della gotta.