lunedì 11 gennaio 2010

Giovanni Sciacalli, consigliere.


Dai miei amici Sussi e Biribissi ricevo, con gradita richiesta di pubblicazione.

Da oltre vent'anni, il CPA - Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, svolge una miriade di attività che coniugano la militanza attiva antagonista con l'inserimento fattivo nella realtà sociale del quartiere di appartenenza, e dell'intera città. Tutto questo nonostante un doloroso sgombero per far posto al solito ipercentro commerciale, ed un'ostilità nei suoi confronti confezionata a tavolino da alcuni esponenti politici e da certa stampa. Ostilità che, va detto, non è mai riuscita a scalfire né il rapporto del CPA con la popolazione, né il suo essere soggetto politico di primaria importanza.

Il CPA opera da sempre nel solco della solidarietà di classe, senza per questo tirare in ballo i vuoti "valori" di cui tanto si sente cianciare in questi ultimi tempi. Solidarietà di classe significa porte costantemente aperte. Chiunque può entrare e uscire liberamente dal CPA, certo di trovare, in ogni tipo di difficoltà, un piatto di minestra e un posto dove dormire. In una società in cui il rifiuto, la chiusura e la paura sembrano essere divenute regole, al CPA sono in vigore l'accoglienza, l'apertura ed il coraggio. Al CPA non si ragiona, e non si è ragionato mai, in termini di sicurezza (ovvero di criminale securitarismo), ma di generosità e soccorso. L'antifascismo del CPA non si misura soltanto nella lotta contro il neofascismo "politico", ma anche e soprattutto nella lotta contro l'egoismo, contro il razzismo quotidiano, contro la discriminazione di ogni tipo.

Nella notte tra sabato e domenica scorsa, 9/10 gennaio, al CPA si è verificato un drammatico episodio. Un'aggressione ad opera di una persona con problemi psichiatrici, che dal CPA era stata, come tutti, accolta e rifocillata. È questa la prassi normale presso il CPA, prassi alla quale non si intende minimamente rinunciare in quanto criterio fondamentale della solidarietà militante.

L'aggressione si è svolta, senza nessuna "causa scatenante" di qualsivoglia natura, ai danni di un militante storico del CPA. Ed è questo un fatto che la "stampa" cittadina (in primis La Nazione) stavolta si è (stranamente) premurata di riportare correttamente. Non vi è stata nessuna "rissa", nessun "problema di ordine pubblico", nessun "confronto". Un episodio che poteva accadere ovunque, anche in mezzo di strada; proprio nella nostra città, nello scorso mese di maggio, un innocente pensionato è stato ucciso proprio nello stesso quartiere del CPA, all'ingresso del suo fondo, da uno squilibrato di nazionalità americana. Per questo episodio, però, nessuno ha pensato di tirare in ballo l' "ordine pubblico". Il fatto che al CPA venga accolto chiunque non solo non è un reato, ma attiene ai più elementari criteri di umanità e di solidarietà. Criteri che, però, sembrano oramai essere divenuti estranei alla società dell'egoismo, della meschinità e della carogneria generalizzata.

Egoismo, meschinità e carogneria che, ancora una volta, trovano perfetta espressione nel "comunicato stampa" emesso dalla solita triade formata dai consiglieri Donzelli, Calì e Gandolfo, esponenti del cosiddetto "Partito Delle Libertà". Non nuovi certamente ad "exploits" del genere, ma che con questo oramai rasentano il disgusto più totale; e un disgusto umano, più che "politico" (in quanto di "politica" non si riscontra assolutamente niente nell'agire di questi tre individui dai quali -va detto- oramai prendono le distanze anche dei loro vecchi "camerati" evidentemente ancora dotati di un minimo di discernimento).

La ragione di vita di questa "triade" sembra essere oramai divenuta esclusivamente la chiusura del CPA; ed ogni occasione par loro buona per ribadirlo. Anche un episodio come quello di sabato scorso viene sfruttato dai tre per le loro farneticazioni, se possibile ancora più ributtanti. Ancora una volta, e senza spendere nemmeno mezza parola di augurio per un cittadino aggredito senza motivo, i tre blaterano di "occupazioni abusive" e di "concerti privi di autorizzazione", non senza passare per l'immancabile "base di appoggio alle nuove Brigate Rosse e ai CARC" ed altre amenità del genere. A tale riguardo, vorremmo ricordare ai tre ineffabili consiglieri che nessun magistrato si è mai sognato di accusare il CPA di essere "base" di alcunché; ma comprendiamo che, al posto di una normale magistratura, a questi tre fascistelli d'accatto garberebbe un tribunale speciale sullo stile di quello del loro nonnino appeso per i piedi a Piazzale Loreto.

Non contenti di avere organizzato "raccolte di firme" senza alcun esito (a parte quello di essere presi per i fondelli da tutti), non contenti di essersi in svariate circostanze ricoperti di ridicolo, non contenti di essere regolarmente ignorati per palese incapacità di agire nel nome della cosa pubblica, non contenti di organizzare festicciuole e meeting in localini questi sì, stavolta, fatti chiudere dalla magistratura per spaccio di droghe pesanti, i tre vengono a parlare di "responsabilità politica" e di "illegalità". Rispondiamo che illegale dal punto di vista umano e anche politico è la loro costante azione di sciacallaggio, di disinformazione, di protervia coniugata con la più assoluta pochezza. Se la prendono, i tre, anche con l'assessore Mattei, "reo" di aver semplicemente constatato, qualche tempo fa, che il CPA rappresenta un patrimonio insostituibile nel tessuto cittadino e che svolge attività riconosciute dal quartiere e dalla comunità. Un'elementare e corretta constatazione, una volta tanto da parte di un rappresentante istituzionale di una città che non ha ancora abdicato (pur con segnali assai inquietanti) alle ronde, ai controllori razzisti sui mezzi pubblici, ed a tutte quelle misure che fanno tanto trend nelle amministrazioni fascio-leghiste che in Toscana (con la sola eccezione di Prato, di cui peraltro il Donzelli è nativo) non riescono a "sfondare" nonostante il profluvio di denaro messo a disposizione dal Signore e Padrone.

A quest'opera di continuo sciacallaggio da parte di questi tre individui è ora di mettere definitivamente un freno, attivandoci per denunciare e bloccare ogni sorta di menzogna e di tentativo di sfruttamento per creare ostilità il cui fine va, chiaramente, ben al di là del semplice CPA. Il CPA non si è mai lasciato intimidire dalle uscite di questi bellimbusti che non rappresentano nessuno e la cui incidenza nella città non va al di là di piagnistei mediatici che fanno generalmente sghignazzare; e non si lascerà intimidire nemmeno ora.

Al compagno aggredito vanno tutta la nostra solidarietà nonché gli auguri di prontissima guarigione; certi che lui stesso, in ogni momento, non cesserà di accogliere al CPA chiunque vi si presenti. A Donzelli, Calì e Gandolfo vanno invece tutte le espressioni del nostro più profondo disgusto. Probabilmente, neppure chi svolge militanza nel campo a noi più radicalmente avverso sarebbe arrivato a tanto. Certo è che, se il Donzelli intende con questo trovare appigli per una "carriera" in alto loco, si prepari prima o poi a svolgerla al massimo, solo e dimenticato, come consigliere di una bocciofila di campagna, o magari di una qualche congrega cattolica e tradizionalista stando però attento a non farsi beccare mentre "sostiene le ninfomani".