A vederlo così conciato, il nostro Giovanni Donzelli, non sembrerebbe quasi che da quegli occhiali da 'ntellettuàlo e da quella mano cogitabondamente poggiata al mento possa essere sortito l'oramai celebre guame di piccione che dimostra la sua indubbia competenza nella lingua italiana. Competenza che, assieme alla sua indefessa attività come consigliere comunale addetto alle interpellanze più ignorate dell'intero governo di questa città, gli ha valso finalmente l'agognata promozione. Ebbene sì, Giovannone nostro ce l'ha fatta: è stato promosso a Pisano!
La strada è stata lunga. Residente di Prào (che già di per sé fa rima con gào), si è prima riciclato come campione di una certa componente di questa città distinguendosi, oltre che per il guame, per tutta una serie di iniziative volte a combattere i' degràdo e a favorire la sihurèzza; iniziative che gli hanno procurato, come è del resto logico, un'interminabile sequela di sbugiardamenti, prese per i fondelli, pernacchie istituzionali e non e persino qualche sacrosanta manata sul viso quando è andato a rompere le scatole a gente onesta che lavorava nel proprio negozio. Tra appelli pe' i' Tìbette e chiusure del CPA, e mentre il PDL cittadino gradualmente affondava, il Donzellão si è finalmente guadagnato quel che si meritava.
La sua elezione a Pisa, infatti, non fa che chiudere un circolo già iniziato con le mirabolanti avventure di un pisano DOC, che l'anno scorso si candidò a sindaco pretrombato di questa città, e che attualmente fa il "capo dell'opposizione" più evanescente e impalpabile che si possa immaginare. Dopo il pisano mancato sindaco, non poteva mancare evidentemente il giòvine consigliere spedito a farsi eleggere a Pisa. Si tratta di un elementare scambio di cortesie, del tutto assimilabili allo storico soccorso di Pisa. Infine, il Donzelli trova come pisano la sua più naturale dimensione.
Resta soltanto da vedere quale effettivo significato dare ora alla sigla "PDL". La si potrebbe interpretare come "Pisano Donzelli Lavoratore", anche se l'ultima parola stona leggermente. Serpeggia però la tentazione di leggerla come "Pestato Dai Livornesi", specie se dovesse spostare le sue attenzioni sul Godzilla. Nel frattempo, come è ovvio, si dedicherà al rapido apprendimento della parlata pisana, e a liberare la piazza de' Miràoli da tutto il guame dei piccioni comunisti.
La strada è stata lunga. Residente di Prào (che già di per sé fa rima con gào), si è prima riciclato come campione di una certa componente di questa città distinguendosi, oltre che per il guame, per tutta una serie di iniziative volte a combattere i' degràdo e a favorire la sihurèzza; iniziative che gli hanno procurato, come è del resto logico, un'interminabile sequela di sbugiardamenti, prese per i fondelli, pernacchie istituzionali e non e persino qualche sacrosanta manata sul viso quando è andato a rompere le scatole a gente onesta che lavorava nel proprio negozio. Tra appelli pe' i' Tìbette e chiusure del CPA, e mentre il PDL cittadino gradualmente affondava, il Donzellão si è finalmente guadagnato quel che si meritava.
La sua elezione a Pisa, infatti, non fa che chiudere un circolo già iniziato con le mirabolanti avventure di un pisano DOC, che l'anno scorso si candidò a sindaco pretrombato di questa città, e che attualmente fa il "capo dell'opposizione" più evanescente e impalpabile che si possa immaginare. Dopo il pisano mancato sindaco, non poteva mancare evidentemente il giòvine consigliere spedito a farsi eleggere a Pisa. Si tratta di un elementare scambio di cortesie, del tutto assimilabili allo storico soccorso di Pisa. Infine, il Donzelli trova come pisano la sua più naturale dimensione.
Resta soltanto da vedere quale effettivo significato dare ora alla sigla "PDL". La si potrebbe interpretare come "Pisano Donzelli Lavoratore", anche se l'ultima parola stona leggermente. Serpeggia però la tentazione di leggerla come "Pestato Dai Livornesi", specie se dovesse spostare le sue attenzioni sul Godzilla. Nel frattempo, come è ovvio, si dedicherà al rapido apprendimento della parlata pisana, e a liberare la piazza de' Miràoli da tutto il guame dei piccioni comunisti.