Tra le meravigliose iniziative cui ci ha abituat* il sindaco Matteo Renzi, l'ultima in ordine di tempo ha del fantasmagorico. Vuole cambiare nome a una cinquantina di strade e piazze cittadine. Davvero una ne fa e cento ne pensa, il boy scout della "Ruota della Fortuna"! Ora, mi ricordo (dico "mi ricordo" perché sono una gatta παμπαλαῖα, antichissima, e quindi c'ero) che, un tempo, i nomi delle strade si cambiavano in massa in occasione di eventi particolari, quali i mutamenti di regime o roba del genere: ad esempio, alla caduta del fascismo e della monarchia tutte le pletore di viali Regina Margherita, corso Umberto, via Italo Balbo, piazza Doktor Goebbels e roba del genere diventavano viale Matteotti, corso Gramsci, via Stalingrado, piazza della Costituzione eccetera. Nelle città croate, con la fine della Jugoslavia, la gente non sapeva più raccapezzarsi: capitai a Spalato nel '93, in piena guerra, e la gente del posto era costretta a viaggiare con lo stradario pubblicato da un giornale per raccapezzarsi. Ora, d'accordo che questa città vive nella fulgida era renziana; però, cambiare addirittura il nome alle strade...!
Renzi, come primo esempio, ha scelto la povera via Tripoli. Via Tripoli è una strada del centro, vicino all'Arno e alla Biblioteca Nazionale. Una via tranquillissima e poco frequentata; io stessa, che pure sono un'indefessa girellona della mia città, ci sarò capitata non più di tre o quattro volte in vita mia. Si chiama così, è vero, dalla guerra di Libia del 1911, quando gli eroici italiani vi si fecero notare per aver inventato i bombardamenti aerei; ma ormai, porcaccia dell'eva, si chiama così da un secolo, da via Tripoli ha visto la guerra e l'alluvione, da via Tripoli ha visto persino girarvi una scena di Amici Miei, e questo le vuole cambiare il nome. Dice che "non ci azzecca nulla con Firenze"; beh, e allora? Ci azzeccherà forse, con Firenze, via Jan Palach? Si è forse dato fuoco pensando alla ribollita o gridando "forza Viola"? E via caduti di Nassiriya, ci azzecca con Firenze? Sono caduti per difendere il Nuovo Pignone? E via della Rivoluzione Ungherese? L'avranno fatta, la rivoluzione del '56, per abbattere gli Otto di Guardia e di Balia? Boh. Ho scelto apposta strade dal nuovo nome, ma potrei continuare; magari anche raccontando un episodio piccino picciò, che rende maggiormente l'idea. Non lo sa nessuno, nessuno ci avrà fatto caso; ma io sì, perché ho il viziaccio di guardare sempre intorno a me e di fissarmi su particolari apparentemente banali.
Qualche mese fa, si trattò di dare il nome ad alcune nuove arterie situate tra via delle Gore, dietro Careggi, e via delle Panche. Nella zona esiste già un'antichissima viabilità suburbana (via della Quiete. via Pietro Dazzi, via del Gioiello...) e, tra le altre, c'è anche una via della Loggia dei Bianchi. E' una stradina semisconosciuta e molto stretta che congiunge giustappunto via Dazzi con via delle Gore, andando verso Serpiolle. La Loggia dei Bianchi (tenuta in condizioni pietose da decenni, con dei tubi Innocenti arrugginiti che la puntellano) si trova esattamente a una sua estremità, e le dà il nome. Un giorno mi capita di passarci, e vedo che c'è una targa stradale nuova, sul lato destro: via Cacciaguida. "Toh", mi dico; "hanno eliminato la Loggia dei Bianchi!" Invece, poi, mi accorgo che la vecchia targa stradale c'era ancora, sul lato opposto. Una strada con due nomi?!?...
Il mistero viene risolto alcuni giorni dopo: ripassandoci, noto che la targa di via Cacciaguida è stata spostata ad una delle nuove arterie (rimaste peraltro per un paio d'anni senza nome: le altre si chiamano via Bellincione e via del Chiuso dei Pazzi, che mi rammenta un manicomio); via della Loggia dei Bianchi è tornata al suo esclusivo nome secolare. In pratica: avevano sbagliato a piazzare la targa stradale. Per qualche giorno, una strada di Firenze ha avuto due nomi, uno a destra e uno a sinistra. E ce ne saranno da aspettarsi delle belle...!
Però, almeno in qualche caso concorderei col sindaco Renzi, se volesse cambiare nome a alcune strade. Ma non via Tripoli. Toglierei, ad esempio, tutte quelle strade, alcune delle quali assai importanti, dedicate a guerrafondai, "interventisti", stronzi di "eroi di guerra", "medaglie d'oro" e quant'altro. Concentrate particolarmente nella zona di Rifredi. Una di queste è via Reginaldo Giuliani, che è probabilmente una delle vie più lunghe, importanti e trafficate di Firenze: va da Piazza Dalmazia (vi ricorda niente?...) fino al confine comunale con Sesto (dove diventa "via Gramsci") e passa per la stazione di Rifredi, per Castello e per il Sodo prima di diventare, nell'ultimo tratto, una strana e bellissima via stretta di terratetto antichissimi, di corti e cortili nascosti, di giardinetti. La numerazione civica è una delle più alte di Firenze: arriva oltre al 600 da entrambi i lati (per Roma sarebbe niente, ma per Firenze è notevole!). Bene: è dedicata a Reginaldo Giuliani, senza che nessuno abbia mai avuto niente da ridire. Reginaldo Giuliani è questo bel tipino qui. Riporto l'articolo Wikipedia, mettendo in evidenza alcune cose:
"Reginaldo Giuliani (Torino, 28 agosto 1887 – Passo Uarieu, 21 gennaio 1936) è stato un religioso, militare e scrittore italiano. Nella giovinezza scelse la vocazione religiosa, vestendo l'abito domenicano. Durante la Prima guerra mondiale combatté in trincea con gli Arditi della III armata, di cui fu cappellano militare; per il suo comportamento fu insignito di due medaglie di bronzo, una d'argento ed una d'oro. Partecipò all'Impresa di Fiume con D'Annunzio insieme agli squadristi cattolici (Fiamme Bianche) ed alla Marcia su Roma. Nel 1926 scrisse un libro collegato alla sua esperienza nella prima guerra mondiale intitolato "Gli Arditi", edito a Milano dai Fratelli Treves Editori con il sottotitolo breve storia dei reparti d'assalto della terza armata. Partecipò con entusiasmo, alla Guerra d'Etiopia, quale cappellano delle Camicie Nere. Morì nella battaglia di Passo Uarieu sotto il comando del Generale Diamanti, mentre soccorreva compagni morenti ucciso dall'esercito etiope, ed ha ricevuto la medaglia d'oro in questa occasione. Il suo corpo riposa nella chiesa di San Domenico a Torino."
Insomma, avete capito? Nella Firenze "democratica e antifascista", e perdipiù a partire da piazza Dalmazia, una delle vie più lunghe e importanti è dedicata a un prete fascista che partecipò alla Marcia su Roma e che fu cappellano delle Camicie Nere, e che morì opportunamente stiantàto dall'esercito di un paese aggredito per una guerra di conquista coloniale. Significativa una frase che pronunciò, che potrebbe essere ancora oggi perfettamente utilizzabile: "Non sarò mai costretto a scegliere fra chiesa e patria perché nel bene d’una ho sempre trovato il bene dell’altra."
Ecco, effettivamente a strade come questa sarebbe bene cambiare il nome. E alla svelta, anche. Ma, certo, anche qui vale lo stesso ragionamento: in fin dei conti è dal 1936 o giù di lì che si chiama così, e anche se si trova esattamente nel quartiere che lottò contro il nazzifascismo, vabbè. Senza contare i costi: mappe catastali, documenti personali degli abitanti, e quant'altro. Tutti i fiorentini la conoscono: da via Giuliani ci passano in migliaia tutti i giorni. Talmente nota, che quando alcuni anni fa nella Fiorentina giocò un (peraltro scarsissimo) calciatore brasiliano chiamato "Reginaldo", molti lo pigliavano per il culo chiamandolo Reginaldo Giuliani. Ma una soluzione ci sarebbe:
O meglio, lasciandole il cognome. Facendola restare via Giuliani, come tutti sono abituati. Cambiando soltanto il nome: da Reginaldo a Carlo. E invece della "medaglia d'oro", "ragazzo". Si pole fa', Renzino, si pole fa'. Come dici te, che ci incastra Reginaldo Giuliani con Firenze, che tra i preti fascisti ci ha avuto ad esempio tale fra' Epaminonda Troia (di su' ma', verrebbe da dire), che faceva parte dei torturatori della Banda Carità? E chi ce lo dice che l'eroico Reginaldo Giuliani, se fosse sopravvissuto, non avrebbe fatto altrettanto...? E se a Firenze è stata dedicata una strada a un ragazzo che si è dato fuoco, perché non dedicarne una a un ragazzo con l'estintore...? Ci incastra, ci incastra. Visto che fanno i film sulla Diaz. Visto che un'altra marea di cose. Ti garba cambiare i nomi alle strade? O vediamo ora.
Renzi, come primo esempio, ha scelto la povera via Tripoli. Via Tripoli è una strada del centro, vicino all'Arno e alla Biblioteca Nazionale. Una via tranquillissima e poco frequentata; io stessa, che pure sono un'indefessa girellona della mia città, ci sarò capitata non più di tre o quattro volte in vita mia. Si chiama così, è vero, dalla guerra di Libia del 1911, quando gli eroici italiani vi si fecero notare per aver inventato i bombardamenti aerei; ma ormai, porcaccia dell'eva, si chiama così da un secolo, da via Tripoli ha visto la guerra e l'alluvione, da via Tripoli ha visto persino girarvi una scena di Amici Miei, e questo le vuole cambiare il nome. Dice che "non ci azzecca nulla con Firenze"; beh, e allora? Ci azzeccherà forse, con Firenze, via Jan Palach? Si è forse dato fuoco pensando alla ribollita o gridando "forza Viola"? E via caduti di Nassiriya, ci azzecca con Firenze? Sono caduti per difendere il Nuovo Pignone? E via della Rivoluzione Ungherese? L'avranno fatta, la rivoluzione del '56, per abbattere gli Otto di Guardia e di Balia? Boh. Ho scelto apposta strade dal nuovo nome, ma potrei continuare; magari anche raccontando un episodio piccino picciò, che rende maggiormente l'idea. Non lo sa nessuno, nessuno ci avrà fatto caso; ma io sì, perché ho il viziaccio di guardare sempre intorno a me e di fissarmi su particolari apparentemente banali.
Qualche mese fa, si trattò di dare il nome ad alcune nuove arterie situate tra via delle Gore, dietro Careggi, e via delle Panche. Nella zona esiste già un'antichissima viabilità suburbana (via della Quiete. via Pietro Dazzi, via del Gioiello...) e, tra le altre, c'è anche una via della Loggia dei Bianchi. E' una stradina semisconosciuta e molto stretta che congiunge giustappunto via Dazzi con via delle Gore, andando verso Serpiolle. La Loggia dei Bianchi (tenuta in condizioni pietose da decenni, con dei tubi Innocenti arrugginiti che la puntellano) si trova esattamente a una sua estremità, e le dà il nome. Un giorno mi capita di passarci, e vedo che c'è una targa stradale nuova, sul lato destro: via Cacciaguida. "Toh", mi dico; "hanno eliminato la Loggia dei Bianchi!" Invece, poi, mi accorgo che la vecchia targa stradale c'era ancora, sul lato opposto. Una strada con due nomi?!?...
Il mistero viene risolto alcuni giorni dopo: ripassandoci, noto che la targa di via Cacciaguida è stata spostata ad una delle nuove arterie (rimaste peraltro per un paio d'anni senza nome: le altre si chiamano via Bellincione e via del Chiuso dei Pazzi, che mi rammenta un manicomio); via della Loggia dei Bianchi è tornata al suo esclusivo nome secolare. In pratica: avevano sbagliato a piazzare la targa stradale. Per qualche giorno, una strada di Firenze ha avuto due nomi, uno a destra e uno a sinistra. E ce ne saranno da aspettarsi delle belle...!
Però, almeno in qualche caso concorderei col sindaco Renzi, se volesse cambiare nome a alcune strade. Ma non via Tripoli. Toglierei, ad esempio, tutte quelle strade, alcune delle quali assai importanti, dedicate a guerrafondai, "interventisti", stronzi di "eroi di guerra", "medaglie d'oro" e quant'altro. Concentrate particolarmente nella zona di Rifredi. Una di queste è via Reginaldo Giuliani, che è probabilmente una delle vie più lunghe, importanti e trafficate di Firenze: va da Piazza Dalmazia (vi ricorda niente?...) fino al confine comunale con Sesto (dove diventa "via Gramsci") e passa per la stazione di Rifredi, per Castello e per il Sodo prima di diventare, nell'ultimo tratto, una strana e bellissima via stretta di terratetto antichissimi, di corti e cortili nascosti, di giardinetti. La numerazione civica è una delle più alte di Firenze: arriva oltre al 600 da entrambi i lati (per Roma sarebbe niente, ma per Firenze è notevole!). Bene: è dedicata a Reginaldo Giuliani, senza che nessuno abbia mai avuto niente da ridire. Reginaldo Giuliani è questo bel tipino qui. Riporto l'articolo Wikipedia, mettendo in evidenza alcune cose:
"Reginaldo Giuliani (Torino, 28 agosto 1887 – Passo Uarieu, 21 gennaio 1936) è stato un religioso, militare e scrittore italiano. Nella giovinezza scelse la vocazione religiosa, vestendo l'abito domenicano. Durante la Prima guerra mondiale combatté in trincea con gli Arditi della III armata, di cui fu cappellano militare; per il suo comportamento fu insignito di due medaglie di bronzo, una d'argento ed una d'oro. Partecipò all'Impresa di Fiume con D'Annunzio insieme agli squadristi cattolici (Fiamme Bianche) ed alla Marcia su Roma. Nel 1926 scrisse un libro collegato alla sua esperienza nella prima guerra mondiale intitolato "Gli Arditi", edito a Milano dai Fratelli Treves Editori con il sottotitolo breve storia dei reparti d'assalto della terza armata. Partecipò con entusiasmo, alla Guerra d'Etiopia, quale cappellano delle Camicie Nere. Morì nella battaglia di Passo Uarieu sotto il comando del Generale Diamanti, mentre soccorreva compagni morenti ucciso dall'esercito etiope, ed ha ricevuto la medaglia d'oro in questa occasione. Il suo corpo riposa nella chiesa di San Domenico a Torino."
Insomma, avete capito? Nella Firenze "democratica e antifascista", e perdipiù a partire da piazza Dalmazia, una delle vie più lunghe e importanti è dedicata a un prete fascista che partecipò alla Marcia su Roma e che fu cappellano delle Camicie Nere, e che morì opportunamente stiantàto dall'esercito di un paese aggredito per una guerra di conquista coloniale. Significativa una frase che pronunciò, che potrebbe essere ancora oggi perfettamente utilizzabile: "Non sarò mai costretto a scegliere fra chiesa e patria perché nel bene d’una ho sempre trovato il bene dell’altra."
Ecco, effettivamente a strade come questa sarebbe bene cambiare il nome. E alla svelta, anche. Ma, certo, anche qui vale lo stesso ragionamento: in fin dei conti è dal 1936 o giù di lì che si chiama così, e anche se si trova esattamente nel quartiere che lottò contro il nazzifascismo, vabbè. Senza contare i costi: mappe catastali, documenti personali degli abitanti, e quant'altro. Tutti i fiorentini la conoscono: da via Giuliani ci passano in migliaia tutti i giorni. Talmente nota, che quando alcuni anni fa nella Fiorentina giocò un (peraltro scarsissimo) calciatore brasiliano chiamato "Reginaldo", molti lo pigliavano per il culo chiamandolo Reginaldo Giuliani. Ma una soluzione ci sarebbe:
Non farle affatto cambiare nome.
O meglio, lasciandole il cognome. Facendola restare via Giuliani, come tutti sono abituati. Cambiando soltanto il nome: da Reginaldo a Carlo. E invece della "medaglia d'oro", "ragazzo". Si pole fa', Renzino, si pole fa'. Come dici te, che ci incastra Reginaldo Giuliani con Firenze, che tra i preti fascisti ci ha avuto ad esempio tale fra' Epaminonda Troia (di su' ma', verrebbe da dire), che faceva parte dei torturatori della Banda Carità? E chi ce lo dice che l'eroico Reginaldo Giuliani, se fosse sopravvissuto, non avrebbe fatto altrettanto...? E se a Firenze è stata dedicata una strada a un ragazzo che si è dato fuoco, perché non dedicarne una a un ragazzo con l'estintore...? Ci incastra, ci incastra. Visto che fanno i film sulla Diaz. Visto che un'altra marea di cose. Ti garba cambiare i nomi alle strade? O vediamo ora.