martedì 19 aprile 2011

Intitoliamo una via a Gentile!


In questi giorni, il piddielle di questa città (assieme ai gggggiòvani di Sottoscalaggì, alla "Nazione" e allo storico di destra Arrigo Petacco -che alla stessa "Nazione" ha rilasciato un'intervista delirante) è stato impegnato in una questione assolutamente fondamentale: l'intitolazione di una via cittadina a Gentile. Anche io, nella mia pur modesta blackcatness, vorrei aderire a tale campagna; tanto più che c'è soltanto l'imbarazzo della scelta. La via, infatti, potrebbe essere intitolata a:

a) Claudio Gentile (nella foto in alto). Roccioso difensore nato nel 1953 a Tripoli (Libia), il che lo collega possentemente anche alla più scottante attualità. Il prestigioso quotidiano inglese The Times (come ben si sa, ogni periodico inglese è prestigioso a prescindere, e vi sono persino giornalini scolastici che nascono già prestigiosi), in una sua importantissima graduatoria lo ha inserito tra i dieci difensori di pallone più cattivi e rudi di tutti i tempi. Ha giocato a lungo nella Juventus, ma poi si è pentito militando anche nella Fiorentina e sfiorando con essa la conquista di uno scudetto nel 1982. Poiché ancora, in questa città, non esiste una strada dedicata a un giocatore Viola, si potrebbe letteralmente prendere due piccioni con una fava.


b) Giuseppe Gentile. Nato a Roma nel 1943, è stato il principe dei triplisti italiani. Ha migliorato svariate volte il primato italiano della specialità, partecipando a ben 33 gare con la nazionale italiana di atletica leggera dal 1966 al 1972. Le giornate "clou" della sua carriera agonistica sono state il 16 e il 17 ottobre 1968, quando migliorò per ben due volte il record mondiale del salto triplo nell'emozionante gara delle Olimpiadi di Città del Messico (quelle cominciate con il record mondiale di studenti massacrati in Piazza delle Tre Culture, la "strage di Tlatelolco" nella quale rimase ferita anche Oriana Fallaci). Nonostante questo, Gentile vinse soltanto la medaglia di bronzo, superato dal brasiliano Nelson Prudêncio e dal grande sovietico Viktor Saneev. Per completare, fu anche primatista italiano di salto in lungo. In seguito, il regista e scrittore Pier Paolo Pasolini, dopo aver visto la sua faccia in fotografia, lo scelse per interpretare il ruolo di Giasone nella sua Medea, accanto a Εἰρήνη Παππᾶ (più nota come Irene Papas). Come dire: la medaglia d'oro no, ma il vello d'oro sí. Intitolare una via ad un poliedrico personaggio del genere sarebbe doveroso, con l'accorgimento di pedonalizzarla sin dall'inizio e con l'ovvio obbligo per i pedoni di percorrerla a balzelloni.

c) Ace Gentile. In un'epoca come la nostra, sarebbe ora di intitolare finalmente una strada ad un sano e onesto prodotto che ha semplificato la vita a migliaia di persone: la candeggina Ace Gentile (pulito profondo e colori protetti). Nel 150° anniversario dell'unitadditàglia, come non ricordare la simpatica nonna della pubblicità?


Per di più, intitolare una via alla candeggina Ace Gentile implicherebbe an sich connotazioni di pulizia estrema: un antidoto efficace contro i' degrado (ed è anche biodegradabile).

Insomma, come si può vedere, già tre possibilità più che condivisibili e praticabili; e non mi si venga a dire che ci sarebbe il bisogno di intolare una via a un "filosofo" quando, nella nostra città, non esiste neppure una via Platone, una piazza Immanuel Kant e neppure un vicolo Baruch Spinoza. A questo punto, molto meglio i triplisti e le candeggine!