mercoledì 6 aprile 2011

Il padrone ordina, "Repubblica" ubbidisce



Quando il padrone ordina, in questa città, può star sicuro che ci sarà sempre un bel giornaletto prontissimo a ubbidirgli. L'alba e l'aurora; scomparso affogato nei debiti l'E-Paperopolis e non contando la carta da culo come il Nuovo e il Giornale della Toscana, a contendersi il ruolo di fedeli esecutori rimangono la Nazione e Repubblica. Le famose due facce della stessa me(r)daglia: quella, usuale, del degrado, della sihurezza, delle firme de' cittadini e via discorrendo.

Oggi, Repubblica sembra essersi superata. San Salvi fa troppa gola, come la fa Via dei Conciatori. Come la faceva l'immobile di Vicolo del Panico, sede storica del Circolo Anarchico, sgomberato con la forza (e con il relativo processo più condanne) anni fa per far posto all'immancabile complesso prestigioso eccetera eccetera. Il procedimento è quello di sempre: si monta la campagna preordinata, si manda qualcuno a fare fotografie ben studiate, si fa scrivere l'articolone a qualcuno pagato per scriverlo e si invocano sgomberi forzati. Funziona sempre così. Basta leggere, appunto, l'articolo in questione: il paurificio a pieno regime, ma stavolta con accenti grandguignoleschi che passano il livello di guardia. Invocando a gran voce la trasformazione dell'area di San Salvi in villettume residenziale, per la gioia e il tripudio degli speculatori che ci hanno messo da tempo le grinfie sopra, si prepara bene il terreno a base di sporcizia, abbandono, anarchici e quant'altro, condito con le classiche (e sempre anonime) vecchiette aggredite, dosi massicce di Bronx, terrore, polveriere e esasperazione, un tocchettino di sano razzismo (i tre uomini di colore che assistono impassibili alla brutalizzazione della vecchia), persino le lotte sanguinose fra cani e gatti. E pensare che in quel posto ci vado anche in piena notte, senza che mi sia mai successo di sentire altro che silenzio; e pensare che, se Repubblica volesse fotografare ciarpame, basterebbe che andasse in giro per parecchie strade della periferia ben speculata, sconciata, uccisa; oppure che andasse in giro per il centro storico in preda alla paccottiglia più orrenda, al quadrilatero dell'Isolotto dove un'area verde bellissima è in corso di abbattimento per farci un parcheggio, e in decine di altri posti. Ma no, ci mancherebbe altro. Prima bisogna sgomberare gli anarchici, bisogna sbarazzarsi di Villa Panico. Ci avevano del resto già provato, prima intervenendo in forze e affidando alla Nazione la trasmutazione di alcuni chiodi in "pericolosi proiettili", e poi tentando il blitz in un rovente giorno di luglio, respinto montando sul tetto. Inserisci link


L'intento è chiarissimo: si inventano violenze e aggressioni, o si trasformano episodi banalissimi in tragedie greche. Un esempio classico riguarda proprio gli anarchici del Panico; una volta sgomberati dal vicolo del centro da cui prendono il nome, per un certo periodo occuparono un immobile vuoto in piazza Ghiberti, proprio di fronte alla Nazione. Una sera, un diverbio con un vigilante privato con due berci e uno spintone, si trasformò il giorno dopo sulle pagine della Nazione in una vile aggressione dove il vigilante dichiarava di avere rischiato la vita. Così "lavorano" questi ridicoli buffoni, questa massa di servi. Si danno il cambio: se non ci pensa la Nazione di destra, ci pensa Repubblica di "sinistra". Con lo stesso, preciso, identico armamentario. Le raccolte di firme di cui non si sa mai niente, tutto rigorosamente nel vago tranne le perentorie invocazione agli sgomberi di chi fa scomodo, di chi con la sua presenza disturba i giri di affari. Del resto, siamo nella stessa città della "Scuola Marescialli" che ha devastato quel che restava di un'intera pianura, oltre a mettere allo scoperto una serie di troiai speculativi e affaristici da fare ribrezzo. Ma, su questo, Repubblica non invoca nessuna paura, nessun terrore, nessun "Bronx".

Ci vogliono fare le villette basse immerse nel verde, a San Salvi; roba da far ridere i polli. Non per niente il progetto è arenato. Non per niente l'immobile di via dei Conciatori, venduto per 1000 euro a non si sa chi per farci l'ennesimo qualcosa di prestigioso, è pure sotto sgombero (respinto qualche settimana fa con una mobilitazione che ha rimandato a casina loro i vigili urbani; anche stavolta gli è andata male). Non per niente il sindaco del bello, fra una giratina a Arcore e una delle sue mille comparsate televisive, ha messo in vendita pure il CPA (con "aste" regolarmente andate deserte). Ci provano in ogni modo; da quando poi, nelle redazioni dei giornalazzi, hanno scoperto l'esistenza dei punkabbestia, è come piovuta la manna dal cielo. Tira via gli anarchici, che sono abbastanza definibili e poi sono sempre pochi (non saran l'uno per cento ma, credetemi, esistono); ma i punkabbestia sono indefinibili, e ingestibili. Se gli anarchici sono al di fuori, i punkabbestia sono nell'oltre. Francamente, e lo dico con ogni sincerità, non stanno granché simpatici neppure a me; ma quando l'alternativa sono le ruspe per fare le villette basse, la speculazione edilizia travestita da risanamento del "degrado", la svendita e l'eliminazione di ogni spazio libero non appartenente alle logiche del potere e le campagne giornalistiche prezzolate e false come l'oro di Bologna, ben vengano anche loro. Fra gatti e cani si arrangeranno come avviene da millenni (e se lo dico io...). Si denunciano atti vandalici alle auto, quando i primi vandalismi li compiono tutti coloro che entrano nell'area di San Salvi, parcheggiano dovunque impedendo il transito anche alle ambulanze (o bloccandole mentre portano a fare la visita di accompagnamento dei vecchi invalidi per i quali i signorini della commissione ASL dovrebbero spostarsi a domicilio, e che invece non fanno costringendo quei poveracci a stracanate terrificanti e a attese di ore a novant'anni).

Naturalmente, prima o poi, l'agognato sgombero di Villa Panico avverrà; è stata già venduta all'ESTAV, l'ente di "area vasta" che si occupa del rifornimento del materiale sanitario e che potrebbe tranquillamente starsene da qualsiasi altra parte, vista la non eccelsa sollecitudine con cui effettua tali rifornimenti. Naturalmente compaiono come per miracolo le "500 firme" in una zona dove da un po' di tempo sembrano essersi sistemati dei ragazzotti specialisti al riguardo, e nel fare loro sì da cani fedeli quando c'è chiedere sgomberini (sí, mi riferisco proprio ai fulgidi ribelli di Cacaggì). Naturalmente, di codesti firmaioli non si fa manco un nome che sia uno, così come di tutte le aggressioni di cui si ciancia non si è mai avuta notizia (tra l'altro, è indubitabile che, se ci fossero davvero state nelle modalità riportate da Repubblica, lei stessa e la sua compare di piazza Ghiberti non se le sarebbero lasciate sfuggire; invece, casualmente, se ne viene a parlare solo ora).

È perfettamente inutile far finta di opporsi al futuro scempio di San Salvi e alla sua svendita se, poi, nella realtà dei fatti si presta bordone agli stessi che lavorano perché tale svendita avvenga e si sta perfettamente al loro sporco gioco, ben più sporco di una catasta di troiai all'esterno di uno spazio occupato, o di una piccola tendopoli. A San Salvi sta avvenendo quel che avviene dovunque in questa città comandata dai comitati d'affari, dalla massoneria, dal Partito "Democratico" e da un'informazione asservita, carognesca, razzista e bugiarda.