Se è vero il detto che la madre degli imbecilli è sempre incinta (e la cosa, va detto, non risparmia nessuno degli esseri viventi su questo sconfortante pianeta, gatti compresi!), c'è da dire che in questi giorni ci dev'essere stata un'epidemia di gravidanze in Nuova Zelanda, il famoso paese agli antipodi. E', infatti, il paese di tale sig. Gareth Morgan, che le fonti riportano come "economista esperto di ambiente piuttosto noto nel paese". Già la cosa in sé mi rende alquanto perplessa: non bastassero i danni planetari che i cosiddetti "economisti", che Iddio li strafùlmini senza pietà, hanno arrecato e continuano ad arrecare a tutti quanti, che abbiano quattro zampe, due o che non ne abbiano nessuna. Ora si mettono a sproloquiare anche contro i gatti.
Che cosa ha tirato infatti fuori questo mentecatto neozelandese, ed in modo tale da far interessarne mezzo mondo? Presto detto. Ha dichiarato una vera e propria crociata antigatto, da un suo sito intitolato simpaticamente "Cats to go" (che si potrebbe tradurre con qualcosa come "Via i gatti"). In pratica, accusa noialtri gatti di essere responsabili della scomparsa di migliaia di uccelli, con dei conseguenti "inviti alla popolazione" a sbarazzarsi dei gatti prima che "la wildlife riporti danni irreparabili" o roba del genere.Nel leggere questa cosa, rimpiango fortemente che qualche compagno di pelo neozelandese non abbia provveduto a papparsi un solo uccello: quello del padre di questo deficiente, prima che emettesse gli spermatozoi colpevoli di averlo messo al mondo.
Come si può vedere cliccando sul link, il suo sito "Cats to go" (con relativo video) è prodigo di originalissimi dati: i gatti (rappresentati ovviamente in forma di neri killer notturni, con un'iconografia degna delle "diaboliche creature" tipiche del Medioevo, quando milioni di gatti sono stati sterminati per ogni sorta di stupide superstizioni) sarebbero "responsabili della scomparsa di oltre un terzo degli uccelli neozelandesi", esattamente il "40%". Tutto questo perché i neozelandesi, di squisita tradizione gattofila anglosassone, tengono con sé "circa 1.400.000 gatti" (che fanno della Nuova Zelanda one of the world's cat lovers). Seguono i dati su quanti uccelli, topacci di merda, pipistrelli eccetera ognuno di noialtri gatti farebbe fuori ogni anno, prendendo come misura -come dubitarne?- il "campo di rugby". Ma vada a farselo troncare nel culo lui, il rugby e gli "All Blacks", ché noialtri siamo ben più neri e notevolmente più belli e agili di quei coglioni con la palla ovale!
I "suggerimenti" dati dall'economista Morgan sono, come dire, degnissimi di un Himmlerino degli antipodi: dopo aver dichiarato che "non intende dire di sbarazzarsi dei gatti" (ma come noooooo!...), comincia col volerci mettere a tutti quanti il campanellino al collo; e magari, perché no, da buon nazista vorrebbe pure marchiarci con qualche stellina e con la scritta "Judenkatze" in buon tedesco. Dopo di questo, naturalmente, il lager: secondo lui, infatti, i neozelandesi ci dovrebbero tenere chiusi in casa ventiquattr'ore su ventiquattro, e non soltanto la notte. Naturalmente, tutti quanti sterilizzati in modo da estinguerci; e, quando esauriamo le nostre sette vite, non dovremmo "essere sostituiti" in modo che, nelle città, "torni a risuonare il canto degli uccelli" e la Nuova Zelanda diventi "libera dai predatori" (predator-free).
Ora, forse dei deliri di questo imbecille si dovrebbe semplicemente fare a meno di tener conto, lasciandolo affogare nella merda (magari nel guano dei suoi tanto amati uccelletti, che pure di danni con i loro milioni di tonnellate di cacate ne fanno pure loro!). Però, pur confidando nel buonsenso dei neozelandesi, gattofili e non, ed anche facendo presente che, in Nuova Zelanda come altrove, la wildlife è seriamente minacciata da ben altre cose che i gatti (ad esempio dall'economia del cazzo), ci potrebbe essere sempre il caso di qualche elettroencefalogramma piatto che gli dia retta -e magari, chissà, di qualcun altro che intenda imitarlo in altri paesi. Quindi sarà bene non prenderlo troppo sottogamba prima che faccia proseliti.
E' vero: a noialtri gatti piace andare a caccia di uccelli e di sgranocchiarceli pure; come cantava Renaud Séchan in una sua indimenticabile canzone, un passerotto è senz'altro migliore di un qualsiasi troiaio del McDonald's di cui certamente s'ingozzano anche i neozelandesi non pensando alle distruzioni che provoca nel pianeta. D'altronde, per un economista è senz'altro più comodo pigliarsela coi gatti che con una multinazionale. Oppure più ganzo raffigurare due gatti con la scritta "We love to kill" piuttosto che Benyamin Nethanyahu. Ma a lui bastano gli uccellini che cinguettano, con la speranza che alcuni di loro, visto che qua all'Isolotto continuano a farlo a migliaia nonostante la sottoscritta, Redelnoir, Nicco, il gatto Egidio del Parroco ne facciamo orgogliosamente fuori a decine (ma senza bombe a grappolo), provvedano a ricordarsi di certe scenette del film "Uccelli" di Alfred Hitchcock. Un suo remake in Nuova Zelanda sull'inutile testolina di cazzo del sig. economistaiolo Gareth Morgan non sarebbe davvero male, e gli farebbe immediatamente cambiare idea sui gatti. Oh, se gliela farebbe cambiare, a quel nazista di merda!