mercoledì 29 ottobre 2014

I fascistelli, il rispetto e l'irrigidamento: per Fratelli d'Ita(g)lia il ridicolo è una vocazione.



Sembra che il gruppo consiliare di Fratelli d'Ita(g)lia presso la Regione Toscana abbia deciso di redigere e far stampare un volantino, tradotto anche in lingua araba, da distribuire a partire dalla prossima settimana in una specie di tour nei luoghi più frequentati dagli immigrati nelle città toscane. Tale volantino contiene un "decalogo del rispetto" che, come è lecito attendersi da personaggi di tale fatta, è il solito concentrato di idiozie, luoghi comuni e finte professioni di "civiltà" degno, appunto, di perfetti rappresentanti dell'italica fascistelleria.

Non occorrerebbe, in fondo, soffermarsi troppo su tale iniziativa dei consiglieri regionali di Fratelli d'Ita(g)lia, se non fosse magari per un'autentica perla di cui hanno corredato il loro decalogo (che, se lo è, lo è casomai della perfetta imbecillità italiana del XXI secolo). Come si può notare, infatti, il primo punto del decalogo riguarda la "nostra lingua", "fondamentale per farsi comprendere e dimostrare volontà di integrazione".


Quanto sia fondamentale la lingua italiana per i fratelli italioti, lo si può constatare facilmente da un passo del volantino in questione, dove si propone un irrigidamento delle pene, voce del verbo irrigidare; e pensare che, nella lingua italiana peraltro assai meglio conosciuta da parecchi immigrati di quanto non la conoscano e scrivano gli epici, estetici & etici autori del decalogo, fino a stanotte si diceva irrigidire (con il conseguente sostantivo astratto derivato: irrigidimento). Non si osa pensare come debba essere la traduzione araba di questo meraviglioso paradigma di proterva ignoranza; ma v'è il ben preciso sospetto che il traduttore automatico di Google abbia lavorato a pieno regime.

Per riassumere, quindi: agli immigrati, i Fratelli d'Ita(g)lia raccomandano di imparare e parlare la stessa lingua che loro stessi sono del tutto incapaci di usare correttamente, infilando nel decalogo uno strafalcione mostruoso nel complesso, peraltro, di una sintassi approssimativa e del tutto elementare, che non sarebbe esagerato definire da barrettino di quart'ordine.

Ma si sa: si tratta di persone per le quali il ridicolo è una vocazione; e non perdono nessuna occasione per ricordarlo e farlo presente. Resta soltanto da augurarsi che, se il decalogo verrà effettivamente distribuito, esso susciti una reazione del tutto naturale: quella di essere accolto a risate. Ai Fratelli d'Ita(g)lia raccomanderei invece di decidersi finalmente a imparare seriamente ad esprimersi in lingua italiana. Su questo aspetto sono particolarmente rigida, anzi, pardon, irrigidata.