martedì 13 luglio 2010

Piazze offese


Guardatela bene. Sembra una piazza di Sofia degli anni '70, o di Berlino Est a ridosso del Muro, quando ancora era su. E invece no; è una piazza, e pure centrale, di questa famosa città d'arte. L'edificio di eccezionale e al tempo stesso sciatta e ordinaria bruttezza che ne occupa un lato intero non è qualche Kulturhaus inaugurata da Honecker (magari lo fosse!), ma una Lügenhaus, una casa della menzogna: è la sede centrale di un quotidiano cittadino, La Nazione, le cui bugie iniziano già in una sua presupposta "indipendenza" quando è invece, e da sempre, portatore (non sano) di massonerie, poteri occulti, potentati economici e politici, paure, razzismo strisciante, circoli affaristici. Il "Quotidiano Indipendente di Forza Italia", come ebbe a definirlo terribilmente bene il Vernacoliere. Stampa del padrone, non libera stampa.

Oggi, come del resto di consueto, ci ha un paginone sul degrado; ma stavolta è necessario soffermarvisi due minuti. Un articolone in prima pagina dell'edizione cittadina intitolato "La piazza offesa" ed un'immagine di Piazza Santa Croce con un po' di cartacce per terra. Eh sì, sono proprio le cartacce che offendono. Qualcuno vada a spiegare a questi farabutti mediatici che le piazze sono fatte per farci stare la gente, la quale produce cartacce, rumori e anche un po' di vita. Le piazze, invece, alla "Nazione" le vorrebbero tutte come quella su cui si affaccia quell'orrore della sua sede. Piazze morte. L'unico momento in cui ha avuto un po' di vita è stato quando, su un altro lato, una casa vuota e sfitta da un secolo era stata occupata dagli anarchici del Panico, coloro che giusto un anno fa sono saliti sul tetto. Non hanno avuto pace, montando false campagne come quella del vigilante cui è stata tirata una pacca sulle spalle diventata il giorno dopo una vile aggressione ("Ho rischiato la vita!"), finché non si è avuto lo sgombero; e la piazza, di colpo, è ridiventata cadaverica come tanto piace a quelli là, gli amanti del salottino buono, quelli con le geremiadi sui negozi storici, i tifosi delle scuole di marescialli.

Le cartacce si puliscono. Quando la piazza è vuota, bastano due camion e cinque o sei spazzini. Le vere offese e il vero degrado stanno altrove; ad esempio, proprio in quella piazza morta la quale avrebbe bisogno sì di una bella e definitiva ripulitura. Piazza pulita, in tutti i sensi, di quell'edificio e della pericolosissima e incivile attività cui è adibito. Farci tornare, poi, la gente e tutte le sue cartacce. I camion a portare via le macerie di quella fabbrica di falsità.

La loro piazza offesa, poi, mi è capitato di vederla poche sere fa, durante un giro, ad un'ora in cui in altri tempi sarebbe stata gremita di gente. Era semivuota, quasi spettrale nella calura di luglio. Poca gente sulle panchine, e quasi nessuno a sedere per terra. Gente impaurita e silenziosa. Sul lato della chiesa, a vigilare sulla sua morte, le solite pattuglie della polizia. Eccola qua, la "sicurezza": polizia ovunque, militarizzazione delle piazze, controlli. Nulla la faceva distinguere da una piazza di Santiago del Cile l'11 settembre 1973. Quella sì che era una piazza offesa, quella desiderata quotidianamente dalla cartaccia da macero di Piazza Ghiberti.