sabato 31 luglio 2010

Rivoluzioni colorate


Mozzarella blé.

Ricotta rossa.

Rivoluzione (intestinale).

Pampalea invita a scegliere assieme a lei la prossima puntata: vota anche tu la tua rivoluzione colorata preferita!

1. Provolone verde

2. Caciocavallo rosa

3. Stracchino marrone


domenica 25 luglio 2010

Generazione P


Questo post somiglia, credo, alle amichevoli di preparazione estiva che le squadre di calcio di serie A svolgono nei loro ritiri in montagna. Le avete presenti, no? La Vazzolese contro la Fiorentina. La rappresentativa delle Tre Cime di Lavaredo contro il Milan. La squadra giovanile del Sankt Pampaläen contro la Roma; e così via. Ecco, il mio peloso blog a quattro zampe è esattamente come quelle squadrette di montagna; e la signora che si vede nella foto è invece la Roma, il Milan, la Juventus. È, probabilmente, la bloggeressa più famosa del mondo; un fenomeno mediatico, premi internazionali, inviti, la stampa occidentale ai suoi piedi, il suo blog tradotto in 18 lingue (neanche i siti istituzionali dell'ONU o della Comunità Europea arrivano a tanto). Il suo nome? Ma lo sapete tutti quanti; si chiama Yoani Sánchez, è cubana e di mestiere fa la "dissidente". Il suo blog si chiama, anche questo lo sapete tutti, Generazione Y; questo perché, quando è nata (dice lei) a Cuba andavano di moda i nomi che contenevano una "y". Tale blog, sembra, ha oltre un milione di accessi al mese. La qui presente gatta Pampalea, a tutt'oggi, ha avuto meno di 4000 accessi in un anno. Altro che Milan o Juventus; qui, oggi, è come se fosse l'Isolotto contro la Spagna campione del mondo. Eppure qualche cosina ce l'avrei da dire su questa signora tanto amata dai media; anzi, una cosina sola. Tutto il resto lo si può leggere in questa intervista che la stessa Sánchez ha benevolmente concesso al giornalista francese Salim Lamrani; il quale la ha letteralmente ridicolizzata. Del resto, è la stessa che, in un'altra intervista pubblicata nientemeno che su un quotidiano fondato da Antonio Gramsci (nel 1924) ebbe a dichiarare che il maggior problema delle donne cubane è la mancanza degli assorbenti interni. Una mercenaria ben pagata, e un "fenomeno" costruito ad arte al pari delle "rivoluzioni colorate" e di tante altri gadgets dati in pasto al volgo da una propaganda "democratica" che ha fatto ben propri i criteri di Göbbels (il fondatore della moderna mediaticità).


Generazione G.

Ma la domanda che l'Isolotto vorrebbe rivolgere alla Spagna campione del mondo, vale a dire la qui presente gatta Pampalea da 4000 accessi in un anno alla signora Sánchez da 1.000.000 di accessi al mese, ha a che fare con una sua recentissima performance in Italia. Perché la signora, in Italia, è ovviamente molto nota, ed è altrettanto noto che Cuba è un lager dal quale nessuno può uscire (specialmente dalla base di Guantánamo). In pratica, la bloguera è stata invitata a parlare al meeting "Dedalo" dei ggggiòvani del "Partito delle Libertà". Ne parla, compiutamente, l'amico Biribissi sul suo blog, analizzando tutto l'evento ammodino e riportando très soigneusement le dichiarazioni della Sánchez: impareggiabile quella sugli "ospedali cubani" dove mancherebbero lenzuola, ventilatori e aspirine. Come fa giustamente notare Biribissi, non risulta che le aspirine siano un farmaco ospedaliero; ma, a parte questo, forse sarebbe bene che la signora Sánchez si facesse un viaggetto in certi ospedali della libera e democratica Italia e vedesse in che condizioni sono, prima di spalare merda su quelli del suo paese. Resta il fatto che la sanità cubana, interamente pubblica e gratuita, è considerata tra le migliori del mondo; qualcuno, forse, si ricorderà di quando, ai tempi dell'uragano Katrina, Cuba -osservando il marasma di inefficienza, incompetenza e disorganizzazione nei soccorsi alla popolazione di New Orleans, offrì spontaneamente il suo aiuto medico e logistico. Ma tutto questo la signora Sánchez sembra ignorarlo, così come ignora che i ventilatori e l'aria condizionata mancano persino al tribunale di Livorno.


Generazione D.

Ora, stante anche la foto che si vede sotto il titolo dell'articolo (lo avrete riconosciuto senz'altro, anche senza ingrandire l'immagine, il nostro ineffabile Donzelli pluridiplomato & neopisano), la cosa potrebbe tranquillamente essere liquidata con una secca considerazione: questi qui, dalla "dissidente" cubana agli organizzatori e ai partecipanti all'evento (la Gelmini, la Meloni, il precariofero Bianconi, "Chiappette d'Oro" Gasparri...) sono una massa, un'accozzaglia, un coacervo di facce di merda, e come tali dovrebbero essere trattati al pari del fogliaccio che parla dell' "incanto" (il "Giornale della Toscana" di Denis Verdini, e con questo nome ho detto tutto). "Incanto" sì, ma in un altro senso: quello di vendita all'asta. Questi qui, e massimamente la signora Sánchez, sono soltanto gentaglia che si vende al miglior offerente.

Però questi signori sono anche appartenenti a un "partito" (virgolette d'obbligo) che, proprio mentre la gran dissidentessa stava "incantandoli" (peccato che non li ha trasformati in ranocchi...), in altro luogo stavano facendo passare un decreto legge che, di fatto, elimina i blog in Italia. Avete capito. Mentre si fanno incantare dalla "libera blogger" cubana foraggiata & finanziata da chissà chi, e idolatrata persino da certa "sinistra" (rotfl) alla Bersani (lo stesso che ha paura di Chávez), mentre ascoltano rapiti le stronzate di quella ridicola, mentre i loro impavidi cuori palpitano per la libertà di espressione a Cuba, in Italia abbattono la loro mannaia su migliaia di blog con l' "obbligo di rettifica". Costringendoli a chiudere, se non sono graditi. Lo avrà saputo tutto questo, la signora "dissidente" Sánchez? Certo, è altamente probabile che al meeting viareggino incantatore nessuno glielo abbia detto; anzi, che se ne siano guardati bene. Altrimenti, forse, sarebbe svanito l'incanto; o forse no.

Qualcosa mi dice che l'incantevole signora della "Generazione Y" sia in realtà in pienissima sintonia con questi loschi figuri, e che non sia stato affatto un caso che sia venuta a parlare proprio da loro. In pratica: una fascista in piena regola. Anche nei blog che hanno parlato della questione, vedo che tale espressione non è stata adoperata; sarà bene invece fare un semplice 2 + 2 e non aver più timore nel dare alla "dissidente" l'epiteto che si merita. Del resto, ci sono stati altri "dissidenti", come ad esempio questo, per il quale l' "Occidente" a suo tempo ebbe a mobilitarsi in nome della libertà e che poi la hanno usata esclusivamente per toglierla agli altri.

E allora, sapete cosa vi dico? Per quel che mi riguarda mi tengo il mio insignificante blogghino da poche migliaia di accessi complessivi, e lascio volentieri alle fascistelle travestite come Yoani Sánchez e ai suoi "fans" i milioni, le 18 lingue, i meeting, le menzogne, i Donzelli e i Gasparri. A questa qui, Cuba permette di fare quello che vuole ed in cambio ne ha vomito prezzolato; a noialtri, invece, l'Italia non permette più nulla. Siamo di una "Generazione P" che non potrà contare su niente, a parte la nostra voglia di non arrendersi.

sabato 24 luglio 2010

No, non ci vo al mare!


Non avessi a ritrovarmi COSI' !!!!

martedì 20 luglio 2010

Molluschi


Il Polpo Paul.
Lui le azzecca tutte.
E gli è anche bellino!


Il Totano Achille.
Lui non ne azzecca manco una.
E gli è anche dimolto brutto!


martedì 13 luglio 2010

Piazze offese


Guardatela bene. Sembra una piazza di Sofia degli anni '70, o di Berlino Est a ridosso del Muro, quando ancora era su. E invece no; è una piazza, e pure centrale, di questa famosa città d'arte. L'edificio di eccezionale e al tempo stesso sciatta e ordinaria bruttezza che ne occupa un lato intero non è qualche Kulturhaus inaugurata da Honecker (magari lo fosse!), ma una Lügenhaus, una casa della menzogna: è la sede centrale di un quotidiano cittadino, La Nazione, le cui bugie iniziano già in una sua presupposta "indipendenza" quando è invece, e da sempre, portatore (non sano) di massonerie, poteri occulti, potentati economici e politici, paure, razzismo strisciante, circoli affaristici. Il "Quotidiano Indipendente di Forza Italia", come ebbe a definirlo terribilmente bene il Vernacoliere. Stampa del padrone, non libera stampa.

Oggi, come del resto di consueto, ci ha un paginone sul degrado; ma stavolta è necessario soffermarvisi due minuti. Un articolone in prima pagina dell'edizione cittadina intitolato "La piazza offesa" ed un'immagine di Piazza Santa Croce con un po' di cartacce per terra. Eh sì, sono proprio le cartacce che offendono. Qualcuno vada a spiegare a questi farabutti mediatici che le piazze sono fatte per farci stare la gente, la quale produce cartacce, rumori e anche un po' di vita. Le piazze, invece, alla "Nazione" le vorrebbero tutte come quella su cui si affaccia quell'orrore della sua sede. Piazze morte. L'unico momento in cui ha avuto un po' di vita è stato quando, su un altro lato, una casa vuota e sfitta da un secolo era stata occupata dagli anarchici del Panico, coloro che giusto un anno fa sono saliti sul tetto. Non hanno avuto pace, montando false campagne come quella del vigilante cui è stata tirata una pacca sulle spalle diventata il giorno dopo una vile aggressione ("Ho rischiato la vita!"), finché non si è avuto lo sgombero; e la piazza, di colpo, è ridiventata cadaverica come tanto piace a quelli là, gli amanti del salottino buono, quelli con le geremiadi sui negozi storici, i tifosi delle scuole di marescialli.

Le cartacce si puliscono. Quando la piazza è vuota, bastano due camion e cinque o sei spazzini. Le vere offese e il vero degrado stanno altrove; ad esempio, proprio in quella piazza morta la quale avrebbe bisogno sì di una bella e definitiva ripulitura. Piazza pulita, in tutti i sensi, di quell'edificio e della pericolosissima e incivile attività cui è adibito. Farci tornare, poi, la gente e tutte le sue cartacce. I camion a portare via le macerie di quella fabbrica di falsità.

La loro piazza offesa, poi, mi è capitato di vederla poche sere fa, durante un giro, ad un'ora in cui in altri tempi sarebbe stata gremita di gente. Era semivuota, quasi spettrale nella calura di luglio. Poca gente sulle panchine, e quasi nessuno a sedere per terra. Gente impaurita e silenziosa. Sul lato della chiesa, a vigilare sulla sua morte, le solite pattuglie della polizia. Eccola qua, la "sicurezza": polizia ovunque, militarizzazione delle piazze, controlli. Nulla la faceva distinguere da una piazza di Santiago del Cile l'11 settembre 1973. Quella sì che era una piazza offesa, quella desiderata quotidianamente dalla cartaccia da macero di Piazza Ghiberti.